Gli intrichi della tecnologia sono più attuali che mai, alla luce del caso Cambridge Analytica e del Russiagate. Come cambia il mondo digitale, quali sono gli effetti dell’intelligenza artificiale e della rete sono alcuni degli argomenti analizzati da Massimo Gaggi, inviato del Corriere della Sera negli Stati Uniti nel suo ultimo libro edito da Laterza, “Homo premium. Come la tecnologia ci divide”.
“Il dibattito è quello di capire se la tecnologia che cambia crea posti di lavoro o no. E la risposta mi sembra sostanzialmente negativa – ha spiegato Gaggi in una conversazione con Francesco Gnagni pubblicata da Formiche.net -. Che cioè no, non crea posti di lavoro, e che dobbiamo aspettarci un futuro con molto meno lavoro”. Per quanto riguarda l’impatto sulla politica e sulla società dell’intelligenza artificiale e del machine learning, secondo Gaggi la storia di Cambridge Analytica ci parla anche della fine del mito della Silicon Valley: “Ci fa capire come è cambiata la cultura libertaria di quegli ambienti, e come tutto questo mostri incidenze sulla crescita delle diseguaglianze e sulla divaricazione dei redditi sempre più accentuata, con una concentrazione di ricchezza sempre maggiore”. Il giornalista sostiene che se si guarda inoltre all’accesso alle tecnologie, fino agli strumenti della biogenetica, “si sta scivolando verso quello che chiamo Homo Premium, un profilo di uomo potenziato rispetto al resto dell’umanità”.
Hanno parlato di “Homo premium. Come la tecnologia ci divide” alla presentazione del 20 marzo alla libreria Feltrinelli della Galleria Sordi di Roma il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, il banchiere Franco Bernabè e l’ex direttore del Corriere della Sera e presidente della casa editrice Longanesi, Ferruccio de Bortoli. A moderare l’incontro il giornalista di Radio 3 Mondo, Pietro Del Soldà.
Ecco gli scatti del fotografo Umberto Pizzi
Foto: Umberto Pizzi – riproduzione riservata