L’orgoglio di aver servito al meglio per 48 anni, l’amarezza per accuse ingiuste, la consapevolezza come valore fondante, i risultati e gli encomi da ogni parte del mondo: c’era un po’ di tutto questo nella cerimonia per il cambio del comandante dell’Arma dei Carabinieri con il generale Giovanni Nistri, 62 anni tra un mese, che è subentrato a Tullio Del Sette, che ne compirà 67 a maggio. Una cerimonia su cui aleggiava l’inchiesta Consip nella quale Del Sette è indagato e sulla quale tutti gli intervenuti hanno dichiarato il pieno appoggio al generale.
LE AMAREZZE
Forse non è un caso che le prime parole del discorso di Del Sette siano state di ringraziamento per la vicinanza che gli ha sempre dimostrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre nel lungo elenco di ringraziamenti solo apparentemente formale ha trovato spazio il riconoscimento per “il ruolo dell’informazione” che tanto s’interessa (anche) alla sua vicenda giudiziaria. Oltre alle soddisfazioni che gli ha regalato la sua carriera chiusa con tre anni al vertice dell’Arma, Del Sette ha parlato di “pochissime amarezze, qualcuna molto difficile da assorbire”. Ma alla fine di “un ultimo anno a volte un po’ amaro”, il generale ha rivendicato anche di aver comandato i Carabinieri durante il mandato di due governi e di due presidenti della Repubblica, sottintendendo un ampio consenso sul suo nome. L’etica del carabiniere, inoltre, deve farsi distinguere dai “comportamenti sbagliati e da quelli indegni”, con chiaro riferimento a inchieste che coinvolgono militari dell’Arma, a cominciare dalle accuse di stupro a Firenze (continua a leggere l’articolo di Stefano Vespa).
Alla cerimonia era presente anche Umberto Pizzi. Ecco tutte le sue foto.
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