Le principali aziende del Paese sono in prima linea nel percorso di avvicinamento al Giubileo 2025, per definire azioni concrete e vincere la sfida anche sul piano economico e sociale. Questo è quanto emerso dall’evento Deloitte “Giubileo 2025 – 100 giorni all’apertura della Porta Santa”, organizzato a Roma nella sede della società di consulenza in Via Veneto. A commentare l’impegno e i relativi traguardi che si legano a questo grande evento spirituale è stato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea che ha evidenziato il ruolo cruciale della società nel garantire i servizi essenziali alla città di Roma e ai milioni di pellegrini attesi per il Giubileo 2025. “In prospettiva – ha spiegato Palermo – siamo impegnati quotidianamente per i servizi fondamentali in vista di questa occasione straordinaria. Mi riferisco ad acqua, elettricità e illuminazione pubblica. Da mesi lavoriamo al potenziamento di tutti i servizi, a Roma gestiamo seimila chilometri di rete idrica con quasi tremila fontanelle su tutto il territorio. Gli interventi in corso sono molteplici, sono tutti funzionali a migliorare il risultato finale e a potenziare la disponibilità delle risorse in vista dell’arrivo dei pellegrini e di tutti i cittadini. Inoltre, la città di Roma, come il resto del Paese, si sta preparando alla transizione energetica, che rappresenta un aspetto altrettanto fondamentale in chiave futura e su cui vogliamo essere attori protagonisti”.
Dal punto di vista dei trasporti e dei collegamenti, un ruolo chiave spetterà a Ferrovie dello Stato, come emerso dalle parole dell’amministratore delegato Stefano Donnarumma: “Siamo pronti ad assicurare decoro e sicurezza nelle stazioni, prevedendo anche un servizio adeguato anche su autobus, e non solo su rotaia, in modo da essere il più capillari possibili. In più vorrei citare una bellissima iniziativa che è quella del treno sanitario, che inaugureremo proprio in vista del Giubileo 2025. Sarà a tutti gli effetti un ospedale itinerante, operativo in Italia e all’estero, con carrozze dedicate per la cura delle persone, dotato di macchinari all’avanguardia e anche di sale per la rianimazione. Sono obiettivi fondamentali per il nostro business che vogliamo restituire a cittadini e pellegrini, lasciando un’eredità importante a tutto il Paese”.
A sottolineare l’importanza del Giubileo per Unipol – in rappresentanza del presidente Carlo Cimbri – era presente il Direttore Communication and Media Relations, Vittorio Verdone, che si è unito al dibattito sul contributo delle grandi imprese italiane nel supporto di competenze di questo grande evento: “Faremo in modo che tutti i volontari, pronti ad assistere milioni di persone a Roma nel 2025, siano assicurati gratuitamente per infortuni e responsabilità civile – ha spiegato Verdone -. Così come ci impegniamo a favorire l’assicurazione dei pellegrini. Il senso della condivisione è fondamentale, da sempre ci sentiamo particolarmente vicini a queste iniziative e proprio lo spirito di condivisione è il motivo della nostra partecipazione”.
All’evento organizzato da Deloitte hanno preso parte Sua Eccellenza e Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Monsignor Rino Fisichella, il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, l’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Stefano A. Donnarumma, l’Amministratore Delegato di Acea, Fabrizio Palermo e il Direttore Communication and Media Relations Gruppo Unipol, Vittorio Verdone, dopo che la serata si è aperta con l’intervento del Ceo di Deloitte Central Mediterranean, Fabio Pompei.
A margine dell’evento Monsignor Rino Fisichella ha aggiunto: “L’inquietudine è data da una società che presenta due aspetti paradossali. Il primo, quello di una ricchezza che aumenta per pochi. E dall’altra parte quello di una povertà che aumenta per molti di più. Ci sono interi Paesi che vivono sotto la soglia della povertà e quindi non è un caso che, nel documento di indizione del Giubileo, il Papa faccia anche un appello pressante ai grandi della Terra affinché pensino alle grandi questioni”.
“Ringrazio Deloitte e il Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede- ha dichiarato il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – per questa importante occasione di discussione animata da tanti autorevoli ospiti e dedicata al Giubileo e alle sfide globali a cui si lega questo grande evento spirituale. Temi fondamentali – indicati anche nell’interessante studio presentato da Deloitte – come il cambiamento climatico, le guerre, la povertà o le discriminazioni. Anche grazie al Giubileo, Roma diventa sempre più un centro di elaborazione sulle grandi missioni dell’umanità”.
Il report di Deloitte
Circa 66 mila miliardi di dollari, ovvero circa il 63% del Pil globale. Ecco a quanto ammonta la stima del costo annuo dell’inazione rispetto alle grandi questioni socio-economiche del nostro tempo – come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la polarizzazione della ricchezza. È quanto emerge dall’anticipazione della ricerca Deloitte “Globalizzare la solidarietà” che è stata presentata nel corso dell’evento “Giubileo 2025 – 100 giorni all’apertura della Porta Santa”.
“Come affermato da Papa Francesco, bisogna globalizzare la solidarietà, operando a livello nazionale e internazionale”, commenta il Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Monsignor Rino Fisichella. “Servono norme che garantiscano i diritti umani in ogni luogo, prassi che alimentino la cultura dell’incontro e persone capaci di guardare al mondo con una prospettiva più ampia. In questo senso il Giubileo diventa un momento importante per poter realizzare questi obiettivi. È sufficiente riprendere tra le mani la bolla di indizione del Giubileo per verificare come Papa Francesco provochi i grandi della Terra a considerare i grandi temi della solidarietà e i segni concreti con cui poterla attuare. Sono grato a Deloitte per questa opportunità che viene offerta di riflettere e coinvolgere in un’azione comune a favore della solidarietà”.
“Il Giubileo rappresenta un’occasione unica per porre l’attenzione mondiale su tematiche che superano la dimensione religiosa”, spiega Fabio Pompei, Ceo Deloitte Central Mediterranean. “Con questo studio abbiamo voluto dare il nostro contributo per stimolare la definizione di azioni concrete che possono contribuire alla risoluzione delle sfide del nostro tempo. Come emerge dalla nostra ricerca “non agire” avrebbe un significativo costo economico sociale, che frenerebbe crescita e benessere e potrebbe alimentare un calo di fiducia nelle persone”.
Il costo economico sociale delle grandi sfide di oggi: circa 66 mila miliardi all’anno
Cambiamento climatico, invecchiamento della popolazione, polarizzazione della ricchezza, guerre e instabilità politica, pandemie e crisi sanitarie, povertà e analfabetismo, fame nel mondo, discriminazioni e migrazioni forzate sono problematiche sociali che oltre ai risvolti etici comportano dei costi enormi per l’umanità. L’impatto sull’economia in termini di costi di queste grandi problematiche mondiali, infatti, è pari a circa 66 mila miliardi di dollari all’anno, equivalenti a circa il 63% del Pil mondiale. Non intervenire equivale ad arrecare un costo per la collettività di circa 1,1 milioni di miliardi di dollari nei prossimi 30 anni.
Un mondo sempre più complesso alimenta la sfiducia. Il percepito delle persone
Dall’indagine demoscopica (condotta in Italia, Francia, Germania, Spagna, UK e USA) che è parte dello studio Deloitte emerge che circa 8 persone su 10 (91% nel caso dell’Italia) pensano che la nostra epoca sia caratterizzata da una maggiore complessità rispetto al passato. Rispetto alle sfide del nostro tempo, meno di una persona su due ritiene che si stia facendo il possibile a livello internazionale per porre rimedio. A fare da contraltare a questo percepito, però, c’è anche la convinzione del 65% secondo cui la situazione è ancora recuperabile.
Guerre e instabilità politica tra le maggiori preoccupazioni, GenZ e Millennial più fiduciosi
Interrogati sulle grandi sfide del nostro tempo, gli intervistati italiani pensano che quelle più preoccupanti siano “guerra e instabilità politica” (92%), “povertà” (93%) e “migrazioni forzate”. Anche negli altri Paesi analizzati emerge grande preoccupazione per la guerra e l’instabilità politica, un tema che è considerato prioritario dall’83% delle persone in UK, dall’84% dei francesi, dal 91% degli spagnoli, dall’82% dei tedeschi e dall’86% degli statunitensi. Quanto alla “fiducia in un mondo migliore”, invece, emerge una significativa tendenza per cui questa diminuisce all’aumentare dell’età, con una quota di “ottimisti” pari al 63% tra i GenZ, 53% tra i Millennial, 38% tra i Gen X e 29% tra i Baby Boomer.
Metodologia
Per stimare il costo complessivo delle sfide economico-sociali, i diversi costi stimati per i singoli fenomeni, normalizzati e resi coerenti in termini temporali, sono stati sommati per avere una stima approssimativa del costo cumulato per l’umanità di tali problematiche. Tali costi sono stati esaminati sia in termini annuali (costo annuo) che in termini cumulati come Valore Attuale Netto dei costi attesi per il futuro, sulla base di previsioni inerziali a partire dai dati stimati ad oggi. I dati sulla fiducia della popolazione e sulle sfide più urgenti, invece, sono frutto di una indagine demoscopica condotta con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) su 7000 intervistati di età compresa tra i 18 e i 75 anni.
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