Elisabetta Belloni ha confermato le dimissioni da direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. “Ho comunicato le mie dimissioni a partire dal 15 gennaio, è una mia decisione”, ha detto all’Adnkronos dopo l’anticipazione di Repubblica. “Non c’è nessun altro incarico”, ha aggiunto riferendosi a indiscrezioni che la vorrebbero a Bruxelles al fianco della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen.
Romana, classe 1958, l’ambasciatrice Belloni è direttore generale del Dis, l’organismo che coordina l’attività delle due agenzie d’intelligence, da dal 12 maggio del 2021, nominata dal governo Draghi.
Studentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Mario Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsunami nel Sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina. Nel 2021 Formiche l’ha nominata “Formica dell’anno”.
A ottobre del 2023, Belloni era intervenuta al San Marino Aerospace spiegando come oggi il perimetro della minaccia si sia ampliato e abbia cambiato la sua natura: ora è fluida, multidimensionale, asimmetrica e ibrida, aveva evidenziato. “Oggi non si può più essere davvero al sicuro se non si è parte attiva della sicurezza stessa”, aveva concluso Belloni invitando a “essere coscienti delle minacce e abili nel sottrarsi al rischio di reagire troppo tardi, quando i danni sono già stati fatti e sono divenuti irreversibili”.
Le sue dimissioni, in anticipo di quattro mesi rispetto alla scadenza del mandato e nel bel mezzo della vicenda che coinvolge la giornalista Cecilia Sala detenuta in Iran, riaprono anzitempo la partita delle nomine nell’intelligence. Due settimane fa Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha nominato il generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, 63 anni, vicedirettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), con un mandato di due anni, al posto del “civile” Nicola Boeri, andato in pensione. A guidare l’agenzia esterna c’è, dal 2020, il generale dell’Esercito Giovanni Caravelli (nominato a settembre prefetto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi); l’altro vicedirettore è Carlo Zontilli, anch’egli generale dell’esercito, nominato dalla presidente Meloni nel febbraio 2023. L’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) ha una nuova formazione al vertice da diversi mesi: ad aprile il prefetto Bruno Valensise, una carriera sempre nell’intelligence, ha assunto la guida subentrando al prefetto Mario Parente, generale dei Carabinieri, andato in pensione; a settembre ha preso servizio il prefetto Vittorio Rizzi (ex vicecapo vicario della Polizia) come vicedirettore; il 22 novembre scorso la presidente Meloni ha prorogato il mandato, oltre l’età pensionabile, di Carlo De Donno, vicedirettore da inizio 2021, che ha raggiunto i 65 anni il giorno successivo.