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Sussurri e sorrisi tra Prodi e Gentiloni pizzicati da Pizzi. Le foto

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Fabio Corsico e Antonio Funiciello
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Gianni Letta, Romano Prodi e Paolo Gentiloni
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Gianni Letta, Romano Prodi
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Romano Prodi e Paolo Gentiloni

Per Romano Prodi “la caduta di leadership nelle democrazie è un problema drammatico. Oggi manca un leader? Ma come si fa a essere un leader quando per obbligo si è costretto a coalizioni sempre più complesse, in cui la tua fatica è l’accordo interno del governo?”. Queste le sue parole durante la presentazione ieri al Dome della Luiss del volume di Antonio Funiciello, Leader per forza, edito da Rizzoli.

“Dove va la democrazia se diventa impossibile esprimere una leadership? Quel che mi preoccupa di più è che negli ultimi dieci anni ho visto che i regimi autoritari aumentano, che la Russia e la Cina affascinano l’Africa e che stiamo creando un mondo in cui l’Ovest democratico ha tutti contro e si ritira sempre di più”.

Anche Paolo Gentiloni ha ribadito nel suo intervento la carenza di leadership lungimiranti, sia in politica che nell’imprenditoria. “Le leadership possono essere fortissimamente volute ma possono anche arrivare per caso, è la storia che costruisce dei leader”, ha detto. “Oggi in Europa chi più si avvicina a una grande leadership? Mi viene da dire Zelensky. L’invasione russa lo ha fatto diventare quel che è diventato, una persona che con la sua tenuta riesce a difendere i nostri valori nell’Europa di oggi”.

Per il Commissario europeo all’Economia, la mancanza di leadership “che guardano oltre il domani” è causata in parte dalle “condizioni di grande fragilità delle democrazie, e in parte dai meccanismi di comunicazione, per come funzionano i mercati finanziari. Tutti questi elementi portano a rendere molto raro un elemento che dovrebbe essere fondativo di una leadership a qualsiasi livello, quello di guardare oltre la dimensione del giorno per giorno, del presente. Da questo punto di vista – concludono – siamo messi malatissimo”.

Anche l’autore ha condiviso il pensiero dei due prestigiosi relatori: “Viviamo anni in cui si va lentamente definendo un equilibrio nuovo, dobbiamo fare in modo che questo equilibrio si definisce cercando di contenere i conflitti e le guerre che invece sono esplose in tutta la loro violenza. In questa capacità di capire il contesto trasformativo che viviamo, sta la qualità delle leadership di oggi. C’è bisogno di un sano realismo, di un’attenzione ai consensi e ai sondaggi, ma anche la capacità di leggere certe dinamiche per provare a governarle, perché questo fanno i grandi leder. Machiavelli diceva che gli arcieri bravi sono quelli che puntano verso i bersagli più lontani”, ha concluso Funiciello.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)


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