Romano Prodi, Gianni Letta, Luigi Gubitosi, Fabio Corsico e Paolo Gentiloni hanno presentato ieri alla Luiss l’ultimo libro di Antonio Funiciello, già capo di gabinetto a Palazzo Chigi proprio con il commissario europeo e fino allo scorso anno con Mario Draghi.
Nel volume, “Leader per forza. Storie di leadership che attraversano i deserti”, edito da Rizzoli, l’autore prende in esame tre coppie di politici del passato: Golda Meir e Harry Truman, Cavour e Lincoln, Nelson Mandela e Václav Havel. Raccontando anche altri personaggi, da Angela Merkel a Draghi e partendo da Mosè, colui che guida un popolo nel deserto dell’incertezza.
Il tutto per tracciare una sorta di ritratto del leader assente e di cui invece c’è assoluto bisogno per affrontare la sfida del presente. Ha detto Gianni Letta ”Molto spesso sono le circostanze a fare un leader. Vogliamo talento e fortuna. Ma le leadership sono essenziali in una democrazia funzionante. Oggi c’è tanta crisi di leadership forse perché parlano di Stato ma non so quanto ragionino di Stato”, ha sottolineato.
Per Gubitosi, presidente dell’università Luiss Guido Carli, ”non c’è una ricetta magica per essere leader. È impossibile ottenere una carriera di leader, è una questione di opportunità, di fortuna”. E inoltre: “La capacità di prendere decisioni. La caratteristica che manca di più in politica oggi è forse proprio la mancanza di decisione”, ha affermato il presidente.
”Le leadership democratiche in questo momento faticano di più. Per la difficoltà nella capacità di decidere. Le leadership autocratiche possono decidere più velocemente, non devono rendere conto ad alcun processo democratico”, ha osservato l’autore del libto. ”Si va definendo un equilibrio nuovo. In questa capacità di leggere il contesto di trasformazione che viviamo, si misurano le leadership attuali. Gli arcieri bravi, diceva Machiavelli, sono quelli a cui non si cosa mirino. Ma siamo noi ‘follower’ a non capirlo, lui il leader lo sa benissimo perché vede più lontano”.
Per Paolo Gentiloni “Funiciello è un intellettuale manager”, ha detto. “La sua passione è la politica condita di cultura, ma anche la manovra politica. Quello che succede attorno alla politica, che si muove nelle stanze del potere perché si diverte”. “Le leadership possono essere fortissimamente volute”, ha continuato. “Ma possono anche arrivare per caso, come i leader per caso che cita Funiciello. Se mi chiedessero chi sarebbe un leader oggi direi Zelensky, che è diventato quello che è diventato grazie alla invasione russa che con la sua tenuta riesce a difendere i nostri valori”.
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