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Come ridacchiava Paolo Gentiloni al vertice di Parigi con Macron e Merkel. Le foto

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Paolo Gentiloni e Angela Merkel
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Paolo Gentiloni e Angela Merkel
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Gentiloni a tavola a Parigi
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Gentiloni a tavola a Parigi
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Paolo Gentiloni e Emmanuel Macron
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Macron, Merkel e Gentiloni
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Merkel, Rajoy e Gentiloni
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Macron e Gentiloni
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Gentiloni a Parigi
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Gentiloni e Macron
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Gentiloni e Macron
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Gentiloni e Macron
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Gentiloni e Macron
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Gentiloni e Fayez Al SErraj
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Angela Merkel e Paolo Gentiloni
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Angela Merkel e Paolo Gentiloni
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Angela Merkel e Paolo Gentiloni
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Tavolo dei lavori a Parigi
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Vertice a Parigi
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Vertice a Parigi
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Vertice a Parigi
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Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è molto soddisfatto dai risultati del vertice sui migranti tenuto ieri a Parigi. A fine giornata, il premier Gentiloni ha cenato con il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente spagnolo Mariano Rajoy, il presidente francese Emmanuel Macron e gli altri partecipanti del summit.

“Sarà un percorso lungo ma l’incontro di oggi (ieri, ndr) ci dice che finalmente abbiamo una certa chiarezza nella strategia da portare avanti”, ha affermato il premier Gentiloni durante la conferenza stampa. Secondo il presidente del Consiglio, bisogna lavorare per i rimpatri volontari e assistiti e per sostituire gradualmente condizioni legali a condizioni irregolari, anche l’iniziativa annunciata oggi del trasferimento di una parte di migranti con il diritto di asilo in Niger e Ciad ha esattamente questo significato”.

All’incontro Merkel e Macron hanno detto che l’Italia “è l’esempio perfetto” di come gestire l’emergenza. E che i primi risultati sul controllo dei flussi migratori dalla Libia hanno facilitato il vertice di Parigi. Tutto grazie alle strategie decise da agosto. “Il messaggio che viene da questo incontro è che mettendo insieme le forze e dandoci una strategia si possono ottenere risultati, che vuole dire rendere più governabile il flusso delle grandi migrazioni e porre le basi per lo sviluppo dell’Africa”.

Tuttavia, Gentiloni ha detto che non si accontenta. Secondo il premier, l’impegno per il controllo del fenomeno migratorio “va europeizzato”, perché non può essere solo di un Paese o di alcuni Paesi. L’impegno deve essere da tutta l’Europa.

FOTO IMAGOECONOMICA



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