La guerra (di carta) fra Renato Brunetta, Vittorio Feltri e Gian Marco Chiocci. Foto di Umberto Pizzi

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Renato Brunetta

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Renato Brunetta

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Renato Brunetta

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Giorgia Meloni e Renato Brunetta

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Renato Brunetta e Virginia Raggi

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Titti Giovannoni Ottaviani e Renato Brunetta

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Titti Giovannoni Ottaviani e Renato Brunetta

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Titti Giovannoni Ottaviani e Renato Brunetta

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Gianni Letta e Renato Brunetta

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Gianni Letta e Renato Brunetta

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Titti Giovannoni Ottaviani e Renato Brunetta

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Catherine Colonna, Titti Giovannoni Ottaviani e Renato Brunetta

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Titti Giovannoni e Renato Brunetta

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Gianni Letta e Renato Brunetta

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Tommasa Giovannoni e Renato Brunetta

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Maurizio Gasparri, Myrta Merlino e Renato Brunetta

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Maurizio Gasparri, Myrta Merlino e Renato Brunetta

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Renato Brunetta e Lamberto Dini

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Renato Brunetta

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Renato Brunetta e Vittorio Sgarbi

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Renato Brunetta

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Renato Brunetta e Gianfranco Fini

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Gian Marco Chiocci

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Gian Marco Chiocci insieme con la moglie

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Gian Marco Chiocci con la moglie

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Gian Marco Chiocci con la moglie

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Gian Marco Chiocci e Antonio Padellaro

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Gianni Alemanno e Gian Marco Chiocci

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Gianni Alemanno e Gian Marco Chiocci

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Antonio Padellaro, Gian Marco Chiocci e Gaetano Pedullà

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Gian Marco Chiocci con la moglie

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Gian Marco Chiocci e Stefania Craxi

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Gian Marco Chiocci e Stefania Craxi

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Francesco Storace e Gian Marco Chiocci

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Gian Marco Chiocci con il padre Francobaldo

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Ester Mieli e Gian Marco Chiocci

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Roberto Giachetti e Gian Marco Chiocci

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Alberto Mieli e Gian Marco Chiocci

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Ester Mieli e Gian Marco Chiocci

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Gennaro Sangiuliano e Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

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Luigi Bisignani e Vittorio Feltri

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Luigi Bisignani e Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri e Francesco Boccia

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Vittorio Feltri e Francesco Boccia

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Vittorio Feltri, Francesco Boccia e Gennaro Sangiuliano

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Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano

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Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano

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Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

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Rosanna Lambertucci e Vittorio Feltri

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Melania Rizzoli e Vittorio Feltri

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Lando Buzzanca e Vittorio Feltri

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Antonio Polito e Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri

Renato Brunetta a testa bassa contro Gian Marco Chiocci e Vittorio Feltri. Nel fine settimana – subito dopo la manifestazione romana del nuovo centrodestra sovranista italiano a trazione melionan-salviniana – il capogruppo di Forza Italia alla Camera ha scritto risentito al sito Dagospia per denunciare quella che, a suo dire, sarebbe un’autentica campagna di stampa orchestrata contro di lui dai direttori del Tempo e di Libero.

Le accuse che l’esponente azzurro ha messo nero su bianco sono durissime: “Da quasi un anno a questa parte, udite udite, è iniziata una ingiustificata e inspiegabile campagna di stampa contro di me da parte de Il Tempo e da parte di Libero, due giornaletti tanto confusi quanto poveri di lettori. La cosa non interesserebbe nessuno se non fosse indice di un malcostume generale“. Attacchi che secondo Brunetta coinciderebbero con l’acquisto del Tempo da parte di Giampaolo Angelucci, già editore di Libero e figlio del deputato di Forza Italia Antonio Angelucci: “Cronologicamente l’avvio di questa strana crociata anti-brunettiana coincide con l’acquisto da parte di Gianpaolo Angelucci de Il Tempo e con il parallelo arrivo alla direzione di Libero di Vittorio Feltri“. Il capogruppo di Forza Italia – che nel recente passato aveva già ingaggiato uno scontro durissimo con Feltri (qui e qui gli approfondimenti sul tema di Formiche.net) – non lo dice apertamente, ma non è difficile immaginare che alla base dell’ennesimo scambio di accuse vi siano i resoconti dei due quotidiani a proposito della manifestazione romana del centrodestra, nella quale Brunetta ha fatto incetta di fischi (si legga anche l’articolo di Gianluca Roselli su Formiche.net). Che il motivo sia questo oppure no, non è dato sapere. Certo è, però, che le parole di Brunetta – che nella sua lettera inviata a Dagospia ha chiamato Chiocci e Feltri Cip e Ciop – sono difficilmente equivocabili. E la ragione politica di fondo indicata dallo stesso Brunetta anche: “Gli amici si scelgono, invece i nemici ti scelgono. Ed essere privilegiato da Cip Chiocci e Ciop Feltri come bersaglio del loro tiro di noccioline è per me molto istruttivo delle miserie umane. Ho assaggiato le noccioline. Fanno schifo. Sono roba marcia. Fatta per seminare il virus della liquefazione del centrodestra per i “nobili” disegni di Verdini e Renzi. Noi abbiamo l’antibiotico dell’essere persone perbene, non temiamo niente!“.

All’affondo di Brunetta ha poi risposto il direttore del Tempo sempre con un messaggio inviato a Dagospia. Ecco un passaggio dell’email che Chiocci ha inviato al giornale online diretto da Roberto D’Agostino: “Mi domando: e i fischi oggetto dei nostri articoli? I fischi e le pernacchie che la piazza romana di centrodestra gli ha tributato, non li ha sentiti? A giudicare dal testo che ti ha mandato parrebbe di no. Comunque finiamola qua. Noi torniamo a rosicchiare le ghiande, lui a rosicare per gli applausi a Toti, a tutti, tranne che a uno. Tuo Cip, senza Ciop“.

Nella gallery i protagonisti di questa guerra (di carta) visti da Umberto Pizzi