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Latorre, Minniti e Velardi presentano “L’Italia che cambia” degli Ottimisti e Razionali. Foto di Pizzi

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Claudio Velardi, Claudio Petruccioli
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Claudio Velardi, Claudio Petruccioli
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Umberto Minopoli
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Umberto Minopoli
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Nicola Latorre
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Claudio Velardi, Marco Minniti, Giovanni Lo Storto
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Claudio Velardi, Marco Minniti, Giovanni Lo Storto
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Claudio Velardi, Marco Minniti, Giovanni Lo Storto
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Claudio Velardi, Marco Minniti, Giovanni Lo Storto
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Claudio Velardi, Marco Minniti, Giovanni Lo Storto
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Claudio Velardi, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
Alessandro Beulcke e Nicola Latorre
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Alessandro Beulcke e Nicola Latorre
Alessandro Beulcke e Nicola Latorre
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Alessandro Beulcke e Nicola Latorre
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Giovanni Lo Storto, Marco Minniti
Alessandro Beulcke e Nicola Latorre
Alessandro Beulcke e Nicola Latorre

“Il mio partito ha un pezzo della campagna elettorale già scritto: oggi consegniamo un Paese migliore rispetto a come l’abbiamo trovato”. Sono le parole del ministro dell’Interno Marco Minniti che nella giornata di ieri, 18 dicembre, ha partecipato alla presentazione dello studio “Anteprima 2018 – L’Italia che cambia” della Fondazione Ottimisti&Razionali (FOR). Minniti, intervistato da Claudio Velardi, ha sottolineanto che questo “non è uno slogan complicato e di cui vergognarsi, non è uno slogan che può essere discusso. Se si cominciano a fare delle verifiche sullo slogan il quadro mi sembra sia suffcientemente sostenibile”.

“C’erano tutti i lothar dalemiani – ha detto Umberto Pizzi, presente all’evento con la sua macchina fotografica -. Ne mancava solo uno, Fabrizio Rondolino”. Tra gli ospiti, infatti, c’era anche Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa del Senato, che assieme a Minniti e Rondolino faceva parte dello staff di Massimo D’Alema (qui le foto d’archivio di Pizzi con Minniti, Rondolino e Latorre).

Nel corso della presentazione, Minniti ha anche accennato al dibattito sul rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III di Savoia. “Una memoria condivisa non significa stabilire un bilanciamento dei torti e delle ragioni. Forse – ha spiegato Minniti – alcune volte abbiamo avuto un approccio un po’ troppo leggero sulla memoria condivisa. Un grande Paese deve avere una memoria condivisa ma non dimenticare mai di chi sono stati i torti e le ragioni”.

“Troppo spesso siamo portati a nascondere tutto dentro a una nebbia che poi non ci fa comprendere quali siano le differenze”, ha proseguito il titolare del Viminale. “La vicenda che si è appena consumata è una vicenda ‘ordinaria’ per un Paese che dopo decenni riesce a fare i conti con un pezzo della propria storia, ma non per dare ragione ma per dare pietà. Sono due cose totalmente differenti: dare pietà non è dare ragione”, ha poi sottolineato.

Ecco, allora, le foto della presentazione firmate Umberto Pizzi.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata



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