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Marina Militare e Vigili del Fuoco festeggiano Santa Barbara. Le foto della messa

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Domenico Rossi e Valter Girardelli
Domenico Rossi e Valter Girardelli
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Domenico Rossi e Valter Girardelli
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Santo Marcianò e Valter Girardelli
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Gioacchino Giomi
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Valter Girardelli
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Santo Marcianò
Santo Marcianò
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Santo Marcianò
Santo Marcianò
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Santo Marcianò
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Santo Marcianò
Valter Girardelli
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Valter Girardelli
Domenico Rossi
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Domenico Rossi
Domenico Rossi
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Domenico Rossi
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Annamaria Cancellieri
Domenico Rossi e Valter Girardelli
Santo Marcianò
Santo Marcianò
Valter Girardelli
Domenico Rossi
Domenico Rossi

Lo scorso 4 dicembre la Marina Militare e i Vigili del Fuoco hanno reso omaggio alla Santa Patrona Santa Barbara. La messa solenne si è svolta nella Basilica di San Giovanni a Roma ed è stata officiata da monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia.

La Marina Militare e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco hanno celebrato la propria patrona con una celebrazione “per la prima volta congiunta – si legge sul sito della Difesa -aperta a tutta la cittadinanza e accompagnata dalle note della Banda musicale della Marina, che ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e militari, unitamente al personale in servizio e in congedo e alle associazioni combattentistiche e d’arma”.

La ricorrenza di Santa Barbara è stata festeggiata anche a bordo di tutte le unità navali e presso le strutture e i comandi della marina militare.

Perché Santa Barbara? “Si narra che Barbara di Nicomedia in Bitinia fu rinchiusa in una torre e poi condotta al martirio per la sua indomata fede cristiana osteggiata dal padre pagano Dioscoro, che “al quattro del mese di dicembre, regnante Massimiano imperatore, ed essendo preside Marziano…” (circa nel 288 d.C.), fu incenerito da una fulmine celeste, simbolo della morte immediata senza la possibilità di redimersi. Ella fu prescelta perché rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo senza possibilità di evitarlo, e fu eletta a patrona “di coloro che si trovano in pericolo di morte improvvisa”, si legge sul sito della Marina Militare.

(c) Giuseppe Leanza. Riproduzione riservata


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