E’ stato presentato ieri al Centro Studi Americani, a Roma, l’ultimo libro scritto dal direttore della Luiss School of Government Sergio Fabbrini. Del volume – intitolato “Sdoppiamento. Una prospettiva nuova per l’Europa” ed edito da Laterza – hanno discusso, oltre all’autore, il giurista ed ex giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese, il vicepresidente del Centro Studi Americani Marta Dassù, il professore della John Hopkins University Erik Jones e il presidente della commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini. L’introduzione è stata, invece, appannaggio dell’Incaricato d’Affari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia Kelly Degnan e del direttore del Csa Paolo Messa.
Per conoscere nel dettaglio cosa è stato detto nel corso del dibattito si può leggere a questo link l’articolo di Francesco Bechis. Eccone uno stralcio:
L’Ue dipinta nel libro di Fabbrini è un insieme di cerchi concentrici. La proposta, sulla carta, è semplice. Gli Stati del centro, uniti nell’Eurozona, riprendano la loro corsa verso l’unione politica. Regno Unito e Scandinavia, “che sono entrati nel processo integrativo per ragioni prettamente economiche”, e i Paesi dell’Est Europa, più reticenti alle disposizioni (seppur democratiche) di Bruxelles perché “vengono da un’esperienza di soggezione totalitaria”, godano pure di un’Ue à la carte, che si tratti del mercato comune o di specifiche collaborazioni con il blocco centrale.
“La diagnosi è lucidissima ma la prognosi è sbagliata”. È il verdetto di Sabino Cassese, ex giudice della Corte Costituzionale e professore emerito della Luiss, che si dice “un grande ammiratore della parte analitica” del libro del collega, ma bacchetta le sue proposte, a suo dire troppo severe. Giusto lamentarsi, come fa Fabbrini, della “confusione dei poteri, l moltiplicazione degli ordini legali, degli assetti governativi senza bilanciamenti e della centralizzazione”. Ma riversare tutta la colpa su Bruxelles per il giurista sarebbe poco lungimirante. Perché se lo Stato nazionale esiste da 4 secoli, l’UE ha solo 60 anni: “se ci affrettiamo oggi a modificare questa istituzione, non corriamo il rischio di uccidere il bambino senza la pazienza per aspettarne lo sviluppo?”.
Per Formiche.net era presente al dibattito anche Umberto Pizzi. Ecco alcune delle sue foto più significative
(Foto di Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)