Un accordo per abbattere le emissioni inquinanti e dare una spinta a una politica industriale più eco-friendly. Lo hanno siglato martedì i vertici di Eni e Fca, Claudio Descalzi e Sergio Marchionne, a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Si tratta del memorandum “Insieme per un futuro low-carbon”, il cui obiettivo è progredire nella ricerca e nello sviluppo di fonti di energia alternative al petrolio e ai combustibili fossili, responsabili dell’emissione sia di buona parte delle polveri sottili che dell’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera e, conseguentemente, del surriscaldamento globale.
Le linee guida prevedono un efficientamento dei carburanti “green”, l’abbattimento delle emissioni e il riutilizzo della Co2 con l’obiettivo di produrre altro carburante.
Il premier Gentiloni, nel suo intervento, ha citato l’accordo sul clima di Parigi, su cui si è molto discusso per la decisione di Donald Trump, poi parzialmente ritrattata, di stracciare l’intesa voluta da Obama. Gentiloni rilancia “Può darsi che l’accordo non sia abbastanza ambizioso, magari si deve fare di più. È una sfida enorme per la nostra specie. Dobbiamo darci obiettivi per l’uscita dal carbone e la dipendenza dai fossili, ma anche una metodologia che sia capace di usare tutta la tastiera dell’innovazione”.
Descalzi accoglie positivamente l’alleanza fra Eni e Fca che, dice, “fa leva sulle competenze specifiche e il know-how di entrambe le società lungo tutta la catena, che parte dalla realizzazione di motori efficienti, passando alla formulazione di carburanti innovativi fino alla riduzione delle emissioni e al riutilizzo della CO2 emessa a valle. Ci impegniamo qui oggi a continuare la ricerca delle migliori soluzioni e a testarle insieme, per dare spazio all’uso del gas nei trasporti ed ai combustibili alternativi con l’obiettivo di traguardare importanti riduzioni in termini di emissioni”.
Anche Marchionne si è mostrato ottimista, pur con una certa cautela. Ha avvertito sui rischi di imporre per legge un modello tecnologico (l’elettrico, ndr) perché “c’è il rischio di puntare sul cavallo sbagliato”.
L’ad di Fca ha riconosciuto la validità dell’approccio del Governo, sottolineando come l’Italia sia “un modello da seguire e un esempio quasi unico in Europa. In altri Paesi stiamo vedendo favorire l’introduzione di alcune tecnologie a scapito di altre, senza tenere in considerazione l’impatto ambientale complessivo né la reale efficacia degli investimenti richiesti. Al contrario, il Governo italiano ha scelto di rimanere tecnologicamente neutrale”.