Nato a San Felice sul Panaro (Modena) l’11 ottobre 1920 Marino Golinelli è morto a Bologna all’età di 101 anni. Industriale, fndatore dell’industria farmaceutica Alfa Wassermann presente in 60 Paesi, gran patito di scienza e di arte: “Non ho la barca, né l’aereo privato e nemmeno la macchina: l’affitto. Ma per l’arte non sto a guardare quanto costa, la compro e basta”.
“Piangiamo la morte di un illuminato imprenditore italiano, di un grande mecenate, filantropo e appassionato d’arte. Golinelli è stato un esempio per il nostro Paese con uno sguardo sempre rivolto alla formazione e alle giovani generazioni”, è il messaggio del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha sottolineato: “La cittadella della scienza dell’opificio Golinelli resterà una pietra miliare della storia dell’industria italiana”. “Mi stringo al dolore dei familiari in questa dolorosa giornata”.
Lo descriveva così Adriana Polveroni, curatrice indipendente e giornalista: “È uno di quei grandi eccentrici che si pensa d’incontrare solo nelle pagine dei romanzi inglesi. Self made man, capitano d’industria e al tempo stesso gran cerimoniere che si concede al pubblico in abiti dai colori sgargianti e fogge estrose nelle sere memorabili in cui la sua casa di Venezia su Canal Grande, nei giorni della Biennale è aperta a tutti: jet set dell’arte e peones, invitati e imbucati, damazze e critici tra balli, cadeau, musica, cibo e alcol. A Bologna, nei giorni della fiera dell’arte, si replica nella casa di via Massimo d’Azeglio”.
Nel 1988 ha dato vita alla fondazione a lui intitolata che “lavora affinché i bambini e giovani possano crescere con un bagaglio culturale adatto a farne i futuri cittadini del domani, attraverso attività di laboratorio e di divulgazione della cultura scientifica”, scriveva Cazzullo, e per le sue attività ricevette nel 2012 il premio Città di Sasso Marconi.
Fu nominato cavaliere del lavoro nel 1979, ricevette il Nettuno d’oro (massimo riconoscimento della città di Bologna) nel 2011, e la laurea honoris causa in Conservazione dei beni culturali presso l’ateneo bolognese nel 2010.
Sposato con Paola. Nella loro casa bolognese si trovano opere di Jeff Koons e Laurina Paperina.
Ecco le foto di Umberto Pizzi per ricordarlo.
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