La Leopolda, arrivata alla sua decima edizione, si è aperta ieri a Firenze. Prima edizione con il nuovo partito Italia Viva. Migliaia le presenze, tanto da far accantonare definitivamente il pronostico di edizione flop.
Ressa addirittura sotto il palco per ascoltare Matteo Renzi, che alla vigilia aveva promesso una Leopolda da “outsider”, più vicina a quelle delle “origini” che a quelle delle edizioni “governative”.
Aprendo i lavori del convegno il leader di Italia Viva ha ricordato il lavoro di Raffaele Cantone.”Sono orgoglioso che il nostro governo abbia lanciato l’Autorità nazionale anticorruzione, oggi l’addio di Cantone è passato un po’ in secondo piano…”.
“Abbiamo fatto nascere il governo un mese fa, se dopo un mese uno lo fa cadere, lo ricoverano per schizofrenia… Se abbiamo idee non sono ultimatum, non capire la differenza è la resa della politica al populismo… Lo stava per capire perfino Matteo Salvini martedì sera”. Ha continuato l’ex premier. “Qui non ci sono gli yes men ma ci sono persone libere e che hanno voglia di fare”.
“I balzelli come la sugar tax o come gli adempimenti sulla casa, o per le partite Iva mi sembrano folli. Io sono quello che ha fatto il regime forfettario per le partire Iva. Tornare al regime analitico è allucinante, assurdo. Noi combatteremo perché questo non accada. Questi emendamenti spero che riusciranno a farli passare”, ha detto il leader di Italia Viva.
“Un po’ più complicato – ha però subito aggiunto – è l’emendamento su Quota 100. È giusto evitare che la gente vada in pensione troppo tardi ma non puoi mettere 20 miliardi di euro per 100 mila persone per farle andare in pensione prima. Con 10 miliardi di euro abbiamo dato 80 euro al mese a 10 milioni di italiani. Quota cento – ha concluso – è una follia che soltanto Salvini poteva pensare di imporre, uno spot elettorale ai danni delle nuove generazioni”.
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