20 Luglio 1969: testimonianze, memorie e suggestioni. Il futuro e le nuove sfide che si pongono nel settore dell’aerospazio. Questi gli argomenti della serata organizzata dal Centro Studi Americani per celebrare i 50 anni dallo sbarco sulla Luna.
Un evento che ha visto protagonisti Paolo Nespoli, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, Bruno Vespa, giornalista e autore del nuovo volume “Luna. Cronaca e retroscena delle missioni che hanno cambiato per sempre i sogni dell’uomo”, edito da Rai Libri, e Roberto Vittori, ufficiale dell’Aeronautica Militare e astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea. Ha moderato il dibattito Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche.net.
Alla serata in collaborazione con l’Ambasciata Usa in Italia era presente anche il nostro Maestro Umberto Pizzi.
“Chiariamoci, “senza la Guerra fredda non ci sarebbe stato l’allunaggio, o almeno non ci sarebbe stato nel 1969”, ha spiegato Bruno Vespa. Per gli americani fu determinante il desiderio di recuperare il terreno perso nei confronti dei sovietici. Nel 1957, “il lancio dello Sputnik, il primo satellite in orbita, fu una vera e propria sberla per gli Stati Uniti, e basta vedere i giornali americani e di tutto il mondo del giorno dopo”. Poi, pochi mesi dopo, “il colpo di genio: mandare una cagnetta, Laika, nello spazio”, seguita nel 1961 da Jurij Gagarin, il primo uomo a volare oltre l’atmosfera. Insomma, ha notato Vespa, fu chiaro a tutti che “le guerre stellarti non erano fantascienza”. Inoltre, bisogna considerare “le condizioni psicologiche di Kennedy: la guerra in Vietnam non andava benissimo, e poi arrivò la grande sconfitta della presidenza alla Baia dei porci”, dove fallì il tentativo di rovesciare il regime cubano di Fidel Castro. Il presidente Usa, ha ricordato Vespa, “capì che doveva fare qualcosa, e allora lanciò una sfida terribile, una prova di forza unica: battere i sovietici arrivando per primi sulla Luna”. Continua a leggere qui l’articolo di Stefano Pioppi
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)