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Augias e Galli della Loggia pensano a “L’altra metà di Parigi” con Scaraffia. Le foto di Pizzi

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Carlotta Tagliarini
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Carlotta Tagliarini
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Carlotta Tagliarini e Ernesto Galli della Loggia
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Corrado Augias e Daniela Pasti
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Corrado Augias, Daria Galateria, Giuseppe Scaraffia ed Eliana Miglio
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Corrado Augias, Daria Galateria, Giuseppe Scaraffia
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Corrado Augias, Daria Galateria, Giuseppe Scaraffia ed Eliana Miglio
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Corrado Augias, Daria Galateria, Giuseppe Scaraffia ed Eliana Miglio
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Ernesto Galli della Loggia
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Ernesto Galli della Loggia, Lucetta Scaraffia, Giuseppe Scaraffia
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Lucetta Scaraffia e Ernesto Galli della Loggia
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Giampiero Ruzzetti
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Giampiero Ruzzetti e Francesca Rizzo Campello
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Eliana Miglio e Giuseppe Scaraffia
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Eliana Miglio e Giuseppe Scaraffia
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Lucetta e Giuseppe Scaraffia
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Jas Gavroski e Lucina Barzini
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Jas Gavroski e Lucina Barzini
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Jas Gavroski e Lucina Barzini
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Micol Veller e Pino Corrias
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Pasquale Chessa
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Pino Corrias e Micol Veller
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Pasquale Chessa e Francesca Rizzo Campello
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Francesco Margiotta Broglio
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Daria Galateria, Pino Corrias
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Camilla Alibrandi e Saverio Ferragina

È stato presentato ieri a Palazzo Borghese l’ultimo libro di Giuseppe Scaraffia, L’altra metà di Parigi – la Rive Droite, edito da Bompiani. Alcuni brani sono stati letti da Eliana Miglio.

Nella sala degli affreschi, dove si è tenuta la serata, sono intervenuti fra gli altri, Daria Galateria, Corrado Augias, Ernesto Galli della Loggia, Carlotta Tagliarini, Giampiero Ruzzetti e Saverio Ferragina. Presente per Formiche.net, Umberto Pizzi.

La quarta di copertina del libro:

“Quando si pensa a Parigi, si pensa sempre alla Rive Gauche e alla bohème di Montparnasse. Tra il 1919 e il 1939, però, il centro artistico, letterario e mondano della Ville Lumière era la dimenticata Rive Droite: lì c’erano il Palais Royal e il Louvre, l’Opéra e la Bibliothèque Nationale, i grandi boulevard con i loro lussuosi caffè, gli Champs-Élysées con i ritrovi, i teatri e i cinematografi, il Faubourg Saint-Honoré, i grandi alberghi e i negozi alla moda, i quartieri dell’alta borghesia dove si svolgeva la vita mondana, le periferie e Montmartre. Lì vivevano “révolté” come André Breton e Céline, esuli e diseredati come Marina Cvetaeva e Henry Miller, ma anche altoborghesi come Proust e Gide, viveur come Francis Scott Fitzgerald e Jean Cocteau. Su una cosa sola tutti gli artisti, poveri o ricchi, erano d’accordo: si poteva vivere soltanto a Parigi”.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

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