Roma rende omaggio a Ettore Scola con una mostra che ricostruisce il suo percorso artistico e di vita. Fino all’8 gennaio al museo Bilotti nell’esposizione “Piacere, Ettore Scola”, si potranno vedere le testimonianze degli esordi, con i disegni realizzati per il giornale satirico Marc’Aurelio, quelle delle collaborazioni con Alberto Sordi in Rai, delle prime sceneggiature con Metz e Marchesi per Totò, dell’incontro con Pietrangeli e Dino Risi, con cui scrisse “Il sorpasso”, “Il mattatore”, “I mostri”.
Le locandine, le fotografie, le parole dello stesso Scola, ripercorrono la storia dei suoi film da regista, dagli anni Sessanta fino all’ultimo, “Che strano chiamarsi Federico”, in cui raccontava l’amico Fellini. Una sezione è dedicata agli attori del regista di “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare”, “La famiglia”, con foto e ricordi di Gassman, Mastroianni, Manfredi, Sordi, e una alla politica, visto che Ettore Scola fu per molti anni l’intellettuale di riferimento del PCI, e non mancano i tanti premi, Nastri d’argento, David di Donatello, il Golden Globe, l’Orso d’argento, le candidature all’Oscar.Pippo Baudo
La vedova di Scola, Gigliola, ha spiegato: “Ettore era una persona che non cercava di essere glorificato né amato, era uno che voleva essere se stesso e basta, invece tutto l’amore e l’affetto che hanno dimostrato tutti, compresi i giornalisti, che non sempre ha trattato con grande calore, vuol dire proprio che gli volevano bene. E mi dispiace che lui non l’abbia potuto verificare, perché forse non lo sapeva”.
(Testo Askanews)
(Foto Umberto Pizzi. Tutti i diritti riservati)