“Una politica che anticipava gli eventi, non che era follower: questo era Beniamino Andreatta. Andreatta per me è stato scuola e università insieme, insegnamento, lezione sul campo e soprattutto interrogazioni. Aveva un fastidio per la superficialità perché per lui era la base degli errori. Il senso della competenza. Arel era un luogo di incontro di competenze e io cercherò di fare altrettanto. La cosa più incredibile era la sua capacità di anticipazione, lui non parla da 25 anni eppure ha già detto quello che sta succedendo oggi. Aveva questa capacità di tenere insieme una visione avanti e una visione larga”. Così Enrico Letta alla presentazione del numero unico di Arel-la rivista “Nino Andreatta – Ricordi, analisi, documenti inediti a 25 anni dal suo silenzio” curato da Mariantonietta Colimberti per Arel, alla Camera, con Romano Prodi, Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini.
“Generosità, coraggio e inflessibilità: questo era Andreatta. Ma voi avete mai visto un professore fare il ministro del suo assistente? Era una cosa già post-moderna. Abbiamo ormai il G2, la guerra in Ucraina può essere finita solo con un accordo Usa-Cina. Qual è il ruolo dell’Ue? Perché abbiamo così calato il nostro ruolo in un mondo in cui non è concesso essere piccoli. Può esserlo solo la Svizzera ma di Svizzera ce n’è una sola. L’Ue sta perdendo la sua identità, servono scelte forti”, ha detto invece Romano Prodi.
“A volte lo si prova spinti dalla nostalgia di noi stessi in quella parte della storia. Del modo di concepire la politica e il proprio ruolo dentro le istituzioni. È lecito avere nostalgia” e “Andreatta merita la nostra nostalgia”, ha detto Veltroni.
“Qual è la differenza fra Prodi e Andreatta? Credo che Andreatta alla fine fosse più impolitico, Romano è più politico, lo ha dimostrato la sua esperienza. Andreatta era profondamente capace di essere impolitico”, ha detto invece Casini. “L’intransigenza di Andreatta non faceva sconti, era convinto di non dover fare sconti. Era un anticonfomista, capace di cantare fuori dal coro. Ci ha lasciato una lezione di umanità, intransigenza morale e servizio, ha interpretato la politica nella sua forma più alta”.
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