Subito dopo l’elezione di Bergoglio è cominciato il tramonto romano del cardinale Raymond Leo Burke. Il capitolo della tormentata saga maltese è solo l’ultimo atto. Ma non è detto che scenda il sipario sul porporato americano, il più esposto dei critici a questo pontificato. Anche perché potrebbe non convenire a Francesco.
In certi ambienti, Burke non è favorito per la sua simpatia verso Donald Trump: “Non sarà un presidente ispirato dall’odio”, dichiarava al Giornale in novembre. Poi ha ricevuto in casa sua a Roma il leghista e trumpiano doc, Matteo Salvini. Il New York Times ha pubblicato il 7 febbraio un articolo facendo intendere un patto atlantico tra il porporato e il falco di The Donald, Steven Bannon. Scopo della “cospirazione”? Mettere i bastoni tra le ruote alle riforme di Francesco. Singolare: un divorziato dalla vita famigliare complicata (Bannon) che si accorda con un cardinale difensore appassionato dell’indissolubilità del matrimonio (continua a leggere l’articolo di Andrea Mainardi).
(Foto: Umberto Pizzi e Imagoeconomica)