Il Senato ha accolto la richiesta di dimissioni di Augusto Minzolini con 142 sì. Nella votazione, fatta a scrutinio segreto, i no sono stati 105 mentre gli astenuti sono stati 4.
Il senatore, condannato per peculato quando era direttore del Tg1, nel suo intervento prima del voto ha ricordato quanto accaduto il 16 marzo e ha definito quell’episodio “una prova di coraggio di non poco conto” che “ridà respiro non solo alle istituzioni ma alla politica intera”.
In quell’occasione, ha detto Minzolini, è stata scritta “una bella pagina” in cui “il Senato è tornato ad assumere il ruolo che gli compete”. “Ringrazio – ha aggiunto – anche chi si è astenuto o non partecipando al voto ha dimostrato di avere delle riserve. Ringrazio anche chi ha votato a favore, anche se per ragioni diverse. C’è chi lo ha fatto come il M5S per rispetto, dicono, della legalità, in ossequio al principio per cui la legge va applicata sempre in un senso senza tenere conto dei casi specifici. Una posizione che ricorda le parole del gran sacerdote del Tempio, Caifa, che chiedeva la morte di Cristo: ‘così chiede la legge’. Poi c’è chi lo ha fatto per opportunità” attuando “un comportamento che ricorda quello di Pilato”.
(Foto: Umberto Pizzi e Imagoeconomica)
(Testo: Askanews)