È stata una lunga notte per Matteo Renzi. Nonostante entri in Parlamento con una vittoria senza affanno nel collegio di Firenze per il Senato, le elezioni politiche sono state una dura sconfitta. Che, come il risultato del referendum per la riforma costituzionale, non poteva che portare alle dimissioni, questa volta dalla segreteria del Partito Democratico.
Il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, è arrivato alle tre di notte alla sala stampa allestita nella sede nazionale del Pd al Nazareno: “È chiaro che per noi si tratta di una sconfitta molto evidente, molto chiara e molto netta”. Poche parole, un unico risultato certo.
Nei giorni precedenti al voto, l’ex presidente del Consiglio aveva assicurato l’intenzione di restare segretario fino alla scadenza naturale del mandato nel 2021. Una convinzione ribadita anche all’inizio della lunga notte al Nazareno ma che, con il passare delle ore, è diventata meno ferma. Prima gli exit poll, poi i dati reali, infatti, hanno evidenziato una situazione diventata sempre più pesante. Così è arrivato il momento di decidere tra la voglia di resistere e l’ipotesi di lasciare.
Andrea Rossi, responsabile organizzazione del Pd, ha detto alla Maratona Mentana su La7, che Renzi e il partito prendono atto di essere la terza forza politica del Paese: “Fermo restando il nostro senso di responsabilità verso il Paese, per noi ora si profila per il futuro il ruolo di opposizione per cinque anni. In questo momento la responsabilità primaria d’iniziativa è di M5s e centrodestra”.
(Foto di Umberto Pizzi-riproduzione riservata)