Quella di ieri si annunciava come una giornata rovente al Senato e in effetti lo è stata. Il Governo ha posto la questione di fiducia sulla legge elettorale, per cinque distinti articoli. L’ha spuntata ogni volta, seppur con qualche brivido all’ultima votazione, spianando la strada all’approvazione finale, attesa per oggi in tarda mattinata.
Il blocco favorevole al Rosatellum è composto da Pd, Alternativa Popolare e Ala, Forza Italia e Lega, al quale si contrappongono gli esponenti del Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Mdp, fortemente critici – ed è un eufemismo – nei confronti di una legge che molti considerano studiata apposta per penalizzare il M5S.
Sono proprio i grillini a salire sulle barricate con maggior veemenza. Dopo alcune scene forti in aula – su tutte il gesto dell’ombrello del grillino Michele Giarrusso e i cori “Onestà! Onestà” dai banchi del M5S – a Roma è andata in scena una protesta di piazza organizzata proprio dai grillini.
Davanti al Pantheon si sono radunati i big del M5S e Beppe Grillo in persona, che hanno dato vita a una contestazione, bendandosi gli occhi. Proprio come avevano fatto i grillini in aula. “Vi chiediamo di venire in piazza e vi chiediamo di portare una benda bianca da mettere sugli occhi – era stato l’appello sul blog – È così che ci vogliono, ci vogliono incapaci di vedere, incapaci anche di poter scegliere un nome (il Rosatellum non contempla le preferenze, ndr). Noi vi chiediamo di manifestare, manifestare pacificamente, ma far sentire la vostra voce, perché queste sono le regole del gioco e se le regole del gioco sono truccate l’esito è scontato”.
Il leader del M5S ha invitato la piazza ad abbassare le bandiere perché “stiamo combattendo una battaglia per tutti gli italiani. Non abbiamo potuto manifestare intorno al Senato perché hanno paura. La Polizia ci ha consigliato di stare qua e io a loro ho consigliato di andare là”.
Fra i big intervenuti sul palco, Alessandro Di Battista, che ha lanciato un “monito” – che a qualcuno è parso minaccioso – al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Voglio ricordargli che quando era deputato intervenne contro la riforma elettorale di Berlusconi perché approvata a colpi di maggioranza. Mi piacerebbe ricordare a Mattarella di fare Mattarella. Faccia attenzione a firmare una seconda volta una legge truffaldina e anticostituzionale”.
Anche il candidato premier Luigi Di Maio ha parlato, denunciando “il nuovo l’inciucio” fra Pd e Forza Italia. La senatrice Paola Taverna ha detto che “Mussolini era un pivello al loro confronto”, puntando il dito contro le cinque fiducie.
Altri esponenti del M5S, come Federica Dieni e Danilo Toninelli, hanno infine chiesto le dimissioni del presidente del Senato Pietro Grasso.
Foto di Raffaele Verderese/Imagoeconomica