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Tutti i sorrisi anti Renzi dei Democratici e Progressisti Gotor, Rossi, Scotto e Speranza. Foto di Pizzi

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Arturo Scotto
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Arturo Scotto
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Stefano Fassina
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Enrico Rossi
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Enrico Rossi
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Stefano Fassina
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Alfredo D'Attorre e Arturo Scotto
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Alfredo D'Attorre e Arturo Scotto
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Enrico Rossi
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Enrico Rossi
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Enrico Rossi e Arturo Scotto
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Enrico Rossi e Arturo Scotto
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Enrico Rossi e Arturo Scotto
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Enrico Rossi
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Enrico Rossi
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Stefano Fassina e Enrico Rossi
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Stefano Fassina e Enrico Rossi
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Stefano Fassina Enrico Rossi
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Miguel Gotor
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Stefano Fassina Enrico Rossi
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Miguel Gotor
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Miguel Gotor
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Miguel Gotor
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Enrico Rossi e Miguel Gotor
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Roberto Speranza e Arturo Scotto
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Roberto Speranza e Arturo Scotto
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Arturo Scotto, Enrico Rossi e Roberto Speranza
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Roberto Speranza
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Roberto Speranza
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Roberto Speranza
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Stefano Fassina
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Arturo Scotto e Massimiliano Smeriglio

Tutto pronto per il nuovo partito di sinistra pro governo Gentiloni ma anti Renzi, ossia lontano dal Pd renziano ma pur sempre di centro sinistra. Si chiama Democratici e Progressisti il movimento che ieri è nato a Roma ad opera in particolare di Roberto Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto.

Ecco il resoconto di Gianluca Roselli per Formiche.net:

“Il congresso del Pd è come la serie A di calcio, si lotta per il secondo posto. Per questo noi non ci stiamo…”. Alfredo D’Attorre in realtà dal partito renziano era uscito già da un po’, ma ora lascia anche gli ex Sel per confluire nella nuova Cosa Rossa, ovvero il nuovo soggetto politico che vede insieme gli scissionisti del Pd e chi non è entrato in Sinistra Italiana. Movimento dei Democratici e Progressisti il nome della nuova forza (Mdp), che per ora come simbolo ha l’articolo 1 della Costituzione, ma una veste grafica arriverà al più presto, ci si sta ancora lavorando. Come in settimana arriveranno anche i gruppi parlamentari: una ventina di deputati ex Pd più 17 ex Sel guidati da Arturo Scotto, mentre in Senato la quota è sui 12-13. Molti stanno decidendo in queste ore, si sono presi un week end per riflettere e per sondare la propria base sul territorio. “Alla fine puntiamo a essere più di 50 in Parlamento…”, sussurra D’Attorre. I capigruppo saranno un uomo e una donna: Doris Lo Moro a Palazzo Madama, forse lo stesso D’Attorre per Montecitorio. Il segretario, invece, verrà scelto più avanti, forse con le primarie. “Per ora ci dotiamo di una struttura snella, io e Rossi ci teniamo la delega ideologica, torneremo a usare senza timore la parola socialismo”, continua il deputato di Melfi.

Dal palco, intanto, i big – Roberto Speranza, Enrico Rossi, Arturo Scotto – si alternano con semplici militanti e personaggi della società civile. Grande assente, in tutti i sensi, Michele Emiliano, che solo una settimana fa sempre qui a Testaccio, ma al Teatro Vittoria, sembrava dei loro, salvo poi cambiare idea il giorno dopo, restare nel Pd e candidarsi alle primarie contro Renzi.

Si vedono Guglielmo Epifani, elegantissimo, e Miguel Gotor, sorridente. Allegro è anche Peppino Caldarola, mentre come osservatore esterno è venuto Stefano Fassina. “La sinistra si è rimessa in movimento. Era naturale che dopo la frattura – e con questa parola intendo il fatto che una forza di sinistra insegua politiche liberiste – ci fosse una frantumazione e un rimescolamento del quadro. Noi siamo dentro questo processo”, dice l’ex viceministro dell’Economia. Al momento ciò che divide Mdp da Sinistra italiana è l’appoggio al governo. “Noi restiamo convintamente all’opposizione”, spiega Fassina. “Noi sosteniamo Gentiloni, ma il nostro appoggio non è incondizionato: tratteremo su tutto, provvedimento per provvedimento, e vogliamo incidere sulle politiche, specialmente quelle economiche”, dice D’Attorre.

 

(qui il seguito del pezzo)

ECCO LE FOTO DI UMBERTO PIZZI



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