Vincent Bolloré, numero uno della francese Vivendì, è indagato dalla Procura di Milano per l’ipotesi di reato di aggiotaggio nell’operazione con la quale Vivendi ha comprato azioni Mediaset salendo quasi al 30% del capitale.
Lo hanno riportato il Corriere della Sera e Repubblica. Secondo quanto scrive il Corriere “l’indagine è partita dopo un esposto della Fininvest, cassaforte della famiglia Berlusconi, alla Consob, all’Agcom e alla Procura, dove si ipotizzava che il gruppo francese avesse “creato le condizioni” per “far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset” per poi scalare “a prezzi di sconto”.
Arriva dunque dalla Procura di Milano – da sempre criticata da Silvio Berlusconi – una buona notizia per la famiglia dell’imprenditore milanese che ha sferrato un contrattacco legale e finanziario dopo le mosse del finanziere bretone perno di Vivendi che è socio di peso di Mediobanca e azionista numero uno di Telecom Italia.
L’incremento nel capitale sociale di Mediaset da parte di Vivendi – salita ai limiti dell’Opa – non è stato concordato, dunque non è stato un atto amichevole, secondo i proprietari e i legali del gruppo fondato da Silvio Berlusconi. Da qui la reazione di Mediaset contro Bolloré. E pensare, come attestano anche queste foto di archivio che vedono insieme Bolloré e Tarak Ben Ammar molto vicino a Berlusconi, fino a poco tempo fa i rapporti tra Berlusconi e Bolloré era tutt’altro che conflittuali
Foto: Imagoeconomica