Il feretro di Franco Zeffirelli, il regista fiorentino scomparso sabato, è arrivato questa mattina scortato dalla polizia municipale a Palazzo Vecchio, sede del Comune, dove è stata allestita la camera ardente nel Salone dei Cinquecento. Ad accogliere le spoglie del maestro, il prefetto Laura Lega, il sindaco Dario Nardella con il Gonfalone della città. In piazza della Signoria una folla ha salutato l’arrivo con un lungo applauso, mentre oltre un centinaio di persone era già da un’ora in coda all’ingresso laterale di Palazzo Vecchio in attesa dell’apertura della camera ardente. All’arrivo in piazza il figlio Pippo ha deposto una sciarpa della Fiorentina sulla bara, mentre il fratello Luciano salutava il sindaco Nardella. Tra i presenti per l’omaggio a Zeffirelli, il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, l’ex capitano della Fiorentina, Giancarlo Antonioni e il critico Vittorio Sgarbi.
Zeffirelli “è stato uno straordinario artista, bastian contrario, contro i tempi: non si è mai allineato con la proposta di intellettuali organici al potere politico”, ha detto Sgarbi, parlando coi giornalisti dopo la visita alla camera ardente che ospita il feretro del regista. “Visconti – ha ricordato Sgarbi – aveva garantito il rispetto della cultura e della critica dall’essere di sinistra. Lo svantaggio di Zeffirelli era che la cultura non aveva coperture al centro o a destra: si è trovato nelle stesse condizioni di un grandissimo pittore come Annigoni, completamente ignorato dalla critica nello stesso momento in cui si esaltava la Merda d’artista’”. I suoi film, ha osservato, “sono stati fatti in anni un cui era obbligatorio essere impegnati, fare film critici”, mentre “in lui c’era la gloria dell’uomo, la gloria dell’essere italiano, della nostra civiltà, del Rinascimento e la gloria di Firenze”.
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