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La socialista Michelle Bachelet ha vinto le elezioni presidenziali in Cile. La candidata della coalizione Nueva Mayoría ha preso il 62,15% dei voti nel secondo turno contro la conservatrice (e sua amica di infanzia) Evelyn Matthei.

Nel suo primo discorso dopo la vittoria, la Bachelet ha detto che “il trionfo di oggi non è personale, ma un sogno collettivo che vince”. Nel primo turno hanno votato soltanto 5,7 dei 13 milioni chiamati alle urne.

FENOMENO BACHELET
Matthei aveva detto che sarebbe stato “un miracolo” riuscire a battere la Bachelet. Tra i motivi della vittoria dell’ex presidente c’è la popolarità che ha ereditato della sua prima gestione. È arrivata alla presidenza per la prima volta nel 2006, dopo essere stata ministro della Sanità e successivamente della Difesa durante il governo di Ricardo Lagos. “Da allora ha avuto un’empatia speciale con i cittadini. Il suo successo non è dato un appoggio dei partiti politici, ma della popolazione”, ha detto la politologa Pamela Figueroa alla Bbc. La classe media cilena ha apprezzato le politiche legate all’infanzia, la maternità e l’inclusione sociale. Bachelet ha conluso il primo mandato con un gradimento popolare superiore all’80%.

ESPERIENZA INTERNAZIONALE
A settembre del 2010, poco dopo aver lasciato la presidenza della Repubblica, la Bachelet è diventata il primo direttore esecutivo dell’Onu Women, un’agenzia internazionale creata per sostenere l’uguaglianza di genere. Come sostiene il quotidiano cileno El Mercurio, la Bachelet si è allontanata dal dibattito nazionale per concentrarsi su questo nuovo incarico a New York e restare vicina alla figlia Francisca Dávalos, che nel 2007 aveva avuto un ictus.

IL CARISMA
Oltre al suo capitale politico, la Bachelet gode anche di una personalità vincente in politica. Nonostante sia stata vittima di torture e costretta all’esilio durante la dittatura di Augusto Pinochet, è frequente vederla sorridere e non rivolge mai una parola sgradevole nei confronti dei suoi avversari. È umile e ha una notevole capacità di ascolto.

IL CROLLO DELLA DESTRA
A giocare a favore del nuovo nuovo presidente del Cile c’è anche la crisi della destra cilena. I partiti Renovación Nacional (Rn) e Unión Demócrata Independiente (Udi) non sono riusciti ad approfittare della loro presenza al governo in questi anni. Secondo il quotidiano La Tercera, la Matthei ha ottenuto il peggiore risultato della destra negli ultimi 20 anni.

NUOVE SFIDE
Dopo aver saltato le elezioni presidenziali, la Bachelet è tornata in Cile a marzo del 2013 per annunciare quello che era prevedibile: sarebbe stata la candidata del centro-sinistra. Sebbene abbia vissuto all’estero per molto tempo, la Bachelet ha saputo capire le necessità della società cilena contemporanea. Tra le principali proposte del suo programma di governo c’è la riforma del sistema dell’istruzione per una scuola pubblica gratuita e di qualità. Inoltre, una riforma fiscale per combattere le disuguaglianze e una nuova Costituzione dove saranno incluse le richieste di comunità gay, ambientalisti e indigeni.

Avere il sostegno di nuove figure della politica cilena come la giovane Camila Vallejo e Karol Cariola, leader del movimento studentesco e oggi deputate, ha giocato sicuramente a favore della Bachelet.

Ecco il video di Vallejo e Cariola: “Yo voto Michelle”

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