Skip to main content

Non è facile che con Keir Starmer nasca lo stesso forte legame personale che Giorgia Meloni ha costruito negli ultimi due anni con Rishi Sunak. Il nuovo primo ministro britannico e la presidente del Consiglio sono persone molto diverse: lui è un avvocato, specializzato in diritti umani, da meno di un decennio in politica, schivo, ed è laburista; lei fa politica da sempre, sempre in prima linea, ed è conservatrice, leader di un partito post-fascista. Mai dire mai, però. Anche con l’ex primo ministro britannico, un banchiere di successo prima dell’ingresso in politica nel 2015 (come Starmer), c’erano distanze importanti. A unire Meloni e Sunak erano stata le similitudini politiche e il comune approccio verso l’immigrazione.

Lo stesso non si può dire parlando di Starmer. Ma l’immigrazione continua a rimanere un tema centrale per il governo di Londra, anche considerato che il Labour ha annunciato la fine della “Rwanda policy” dei Tories e la creazione di un nuovo Comando per la sicurezza delle frontiere. I dossier è stato affrontato da Meloni e Starmer sia durante la telefonata di congratulazioni della prima al secondo all’indomani della vittoria elettorale del 4 luglio scorso, sia durante il bilaterale a margine del summit Nato di Washington della scorsa settimana.

Se n’è parlato anche oggi a Blenheim Palace, dimora storica in Oxfordshire protetta dall’Unesco, appartenuta per circa due secoli alla famiglia Churchill e nella quale nacque Winston Churchill. Italia e Albania hanno presieduto, infatti, una sessione dedicata al contrasto dell’immigrazione illegale in occasione del quarto vertice della Comunità politica europea organizzato dal governo britannico.

Nei giorni scorsi il quotidiano britannico Times ha raccontato che, nonostante le evidenti differenze politiche, Starmer vede in Meloni “un importante alleato” nel suo approccio alla gestione del dossier immigrazione, che è un tema centrale nell’accordo di cooperazione siglato dai due governi ad aprile dell’anno scorso. È noto che Starmer cerca un accordo sui rimpatri a livello europeo per rendere il Regno Unito una destinazione meno attraente per i migranti che pensano di attraversare la Manica. In questo, il sostegno di Meloni sarebbe fondamentale, anche alla luce del suo impegno per la riformulazione delle regole dell’Unione europea in materia di migrazione. “Meloni ha aperto la strada in Europa su questo tema e per noi ha un senso strategico costruire questo rapporto”, ha dichiarato una fonte governativa al giornale.

Meloni e Starmer hanno concordato oggi, come recita una nota di Palazzo Chigi, “di proseguire lo stretto coordinamento avviato su tutti i più importanti temi dell’agenda internazionale e sulle sfide globali in occasione di una prossima visita a Roma del primo ministro” britannico.

Da Sunak a Starmer. Cosa (non) cambia nei rapporti di Meloni con Londra

Il passaggio di testimone a Downing Street segna nuove sfide per le relazioni tra il Regno Unito e l’Italia. Ma l’immigrazione rimane al centro del dibattito, come dimostra la riunione odierna della Comunità politica europea a “casa Churchill”

I Verdi sono nemici della competitiviità. L'Ursula bis spiegato da Martusciello

“Il voto a Ursula per Forza Italia è un grandissimo successo. La Lega invece ha scelto una posizione che l’ha confinata nell’oblio del Parlamento. Una cosa è fare le interviste, un’altra cosa essere presenti sui dossier. Dall’avvio della legislatura si è capito che non toccheranno palla. Diverso il discorso per Ecr, che è parte della maggioranza parlamentare”. Conversazione con l’eurodeputato forzista

Una cybergang legata all’intelligence cinese ha messo nel mirino l’Italia

APT17 ha colpito tra giugno e luglio società ed entità governative nel nostro Paese. Secondo TG Soft l’offensiva è stata “particolarmente sofisticata” e progettata “nei minimi dettagli”

Cosa sappiamo di Zorawar, il nuovo carro armato leggero delle forze armate indiane

Il nuovo carro armato leggero presentato da Nuova Delhi è stato sviluppato appositamente per essere impiegato in teatri dove lo scontro con le forze cinesi risulta più verosimile. Ma c’è l’incognita sul quando diventerà effettivamente disponibile

Mariupol, città russa? Tutto sull’incidente della patente al Mit di Salvini

L’avvocato Gross denuncia l’errore sul nuovo documento. Quartapelle (Pd), Onori (Az) e Borghi e Scalfarotto (Iv) chiedono chiarimenti al dicastero. La replica: “Errore di inserimento manuale”

L'Europa attacca Budapest. Ma la Cina viene in soccorso

In una lettera il presidente del consiglio europeo attacca il Paese magiaro per la sua azione diplomatica. Pochi giorni prima, anche la Commissione si era esposta in questo senso. Budapest incassa però il sostegno di Pechino

Il nostro underwater può arrivare in vetta, ma ha bisogno di 50 milioni

Il Pns ha riunito i vertici dell’underwater al Casd. Tutti concordi sulla strategicità del dominio subacqueo per il nostro Paese, così come delle potenzialità di quest’ultimo e della sua industria. Mancano, però, coperture finanziarie solide, e 50 milioni l’anno sono il minimo

Non solo calcio, perché il Kuwait punta gli occhi sul Bari

L’ultimo obiettivo che ha messo nel mirino il fondo, si trova a sud del Mediterraneo e prende il nome di Africa: ovvero in Egitto e Marocco, come confermato tempo fa dal direttore esecutivo di Kia, Bader al-Ajeel, dal momento che Kia “si è impegnata a investire nel mercato azionario locale, nel mezzo di una crisi finanziaria globale”. Il calcio, il turismo e il sud Italia potrebbero essere la coda di questa strategia

Telecamere “made in China”. Quali rischi per la sicurezza nazionale

Dahua e Hikvision, i cui prodotti sono stati vietati per ragioni di sicurezza nazionale da diversi Paesi occidentali ma anche bucati dall’intelligence russa prima di bombardare Kyiv, sono ancora largamente utilizzate nel nostro Paese. Basta farsi un giro fuori dal ministero della Difesa. Appunti per Meloni a Pechino

Corporate giving, verso un nuovo modello di relazione sociale. Il commento di Monti

Di Stefano Monti
Il tema delle donazioni d’impresa richiede una riflessione ben strutturata. Prima ancora che tecnica, la questione è di tipo culturale. La sfida è spostare l’attenzione dal profitto al valore sociale, promuovendo un approccio culturale e normativo che favorisca la sostenibilità e lo sviluppo del settore. Il commento di Stefano Monti
×

Iscriviti alla newsletter