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La decisione di nominare lo spagnolo Javier Colomina come rappresentante speciale della Nato per il vicinato meridionale, il cosiddetto “Fianco Sud”, ha prodotto una forte reazione dall’Italia. Marco Peronaci, ambasciatore italiano presso la Nato, in una lettera visionata in esclusiva da Giulia Pompili del Foglio, ha espresso il suo disappunto per la mancanza di consultazione e ha formalmente protestato a nome del governo Meloni — che aveva offerto “nomi di qualità” agli interlocutori dell’alleanza anche durante il Nato Summit di Washington della scorsa settimana (informazione ufficiale fornita pubblicamente dal vicepremier Antonio Tajani).

Peronaci ha sottolineato che questa scelta rappresenta una sorpresa e un disappunto per il governo italiano, auspicando che il nuovo segretario generale, Mark Rutte, possa rivedere la decisione.

Con un’eventuale nomina, l’Italia avrebbe consolidato il ruolo di leadership nel Mediterraneo. La decisione di scegliere Colomina, considerato vicino al segretario uscente Jens Stoltenberg, sembra invece ignorare le aspettative italiane, mettendo in evidenza alcune competizioni interne all’alleanza e dando la percezione di una scarsa valorizzazione del fondamentale contributo italiano.

Con l’insediamento di Mark Rutte come nuovo segretario generale, previsto per ottobre, l’Italia tuttavia spera in un rimpasto che coinvolga anche Colomina — che ha comunque un ruolo ad interim.

Se la reazione italiana, caratterizzata da sorpresa e disappunto, evidenzia la necessità di un approccio più collegiale nelle decisioni strategiche future — per mantenere l’unità e l’efficacia dell’alleanza — emerge anche la necessità per la Nato di cambiare schema di approccio con quel Sud per non sembrare pesante e mostrarsi più aperta all’ascolto delle istanze regionali.

Colomina è già parte del processo decisionale della Nato di Stoltenberg, che è in fase di chiusura del ciclo di amministrazione. “Per essere efficace la politica della Nato sul sud ha bisogno di un approccio rinnovato, non di un rebranding”, avrebbe scritto Peronaci.

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