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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ci saremmo voluti astenere da fare un commento sulle dimissioni rassegnate da alcuni esponenti di minoranza della Direzione Nazionale e sulla nuova strada che si accingono a percorrere,  ma visto che siamo parte di quella “minoranza” che non ha ritenuto opportuno dimettersi, ci sentiamo in dovere di spiegarne le ragioni, se non altro per correttezza verso chi ci ha eletto al congresso e soprattutto verso gli elettori e aderenti di FARE

Noi come molti sanno, non siamo stati dei sostenitori di Michele Boldrin, ma quando siamo stati eletti nella DN, abbiamo creduto che il nostro compito fosse quello di contribuire a far crescere FARE,  di lavorare  di concerto con gli altri colleghi per portare avanti il programma e  il manifesto che abbiamo presentato in campagna elettorale.

Altro compito era di cercare di mitigare o meglio modificare alcune delle posizioni “Boldriniane” non propriamente condivise dalla nostra compagine.

Bisogna riconoscere che Michele in questi mesi non si è risparmiato , è stato presente il più possibile da un capo all’altro dell’Italia, ha incontrando vari personaggi  e movimenti politici, ha stretto alleanze più o meno condivisibili per molti, ma niente che non era stato DEMOCRATICAMENTE approvato dalla Direzione Nazionale.

Molto spesso, abbiamo assistito ad un muro contro muro da parte di alcuni membri della DN. E’ vero che all’inizio il clima era molto teso, per via dei toni aspri usati da ambo le parti durante la campagna congressuale, ma dobbiamo anche riconoscere che la maggior parte dei componenti della D.N. ha lavorato alacremente per il bene comune.

E’ con grande dispiacere che ci siamo resi conto, troppo tardi, che i nostri “colleghi di cordata” operavano una opposizione fine a se stessa, strumentale e niente affatto costruttiva. Invece di mettere a disposizione di tutti, e cioè di FARE, le proprie capacità, le proprie relazioni strategiche e le proprie intuizioni, ma soprattutto il proprio lavoro, accusavano noi e  altri della “cordata” di collaborazionismo.

E’ naturale che ci sarà sempre chi non condividerà in toto le nostre scelte, chi si allontanerà, chi criticherà, ma questa è la politica, questo è un partito.

In tutti questi mesi, non ci siamo risparmiati, perché come è nostra abitudine, quando crediamo in una causa, ci impegniamo fino in fondo.

Abbiamo raccolto firme, presidiato gazebo, abbiamo fatto campagna elettorale, abbiamo attaccato manifesti,  organizzato incontri, volantinaggi e tutto quanto ciò che normalmente si dovrebbe fare per un partito.

Siamo convinti che la politica si fa ogni giorno ascoltando le persone, parlando con loro, se occorre scontrandosi, ma bisogna essere in mezzo a loro, far propri i loro problemi, le loro paure  e non dietro le quinte o sopra un piedistallo.

Non ci siamo fermati neanche davanti ai noti fatti che ci hanno fatto perdere numerosi consensi ed anzi abbiamo sempre espresso solidarietà ad Oscar Giannino, perché a tutti nella vita capita di sbagliare.

Continueremo a lavorare per costruire, con lealtà e trasparenza, le fondamenta di un partito che possa contribuire a rendere l’Italia un Paese migliore, vicino alla gente e per la gente e non ad uso e consumo di pochi “eletti” .

Aniello Aliberti

Cinzia Renzi

Componenti Direzione Nazionale di FARE per Fermare il Declino

 

Noi, vicini a Giannino, vogliamo Fermare il declino sempre con Boldrin

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Ci saremmo voluti astenere da fare un commento sulle dimissioni rassegnate da alcuni esponenti di minoranza della Direzione Nazionale e sulla nuova strada che si accingono a percorrere,  ma visto che siamo parte di quella "minoranza" che non ha ritenuto opportuno dimettersi, ci sentiamo in dovere di spiegarne le ragioni, se non altro per correttezza verso…

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