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Quali sono le valutazioni che spingono le grandi società mondiali ad investire o meno in un mercato? E quali i Paesi su cui puntare? A sondare il terreno è uno studio condotto tra il 9 e il 12 agosto dal Financial Times che si concentra sulle aspettative di oltre 1500 top manager. E la luce in fondo al tunnel non sembrano vederla neanche loro. Le certezze restano quelle del passato, e l’unica carta da giocare, almeno nell’eurozona, si chiama Angela Merkel.

Il tifo per Merkel

I manager delle grandi imprese nel mondo sperano infatti che la cancelliera tedesca Angela Merkel riesca a rimanere al potere. Una sua riconferma, secondo loro, rafforzerebbe le prospettive di crescita economica dell’eurozona. La Germania è chiamata al voto il 22 settembre e, nel resto d’Europa, temi spinosi come la realizzazione dell’Unione bancaria sembrano essere in stand-by, evitando decisioni politiche complicate prima di conoscere l’esito delle elezioni.

Su oltre 1500 manager intervistati nel sondaggio trimestrale Global Business Barometer del Financial Times, più del 60% ha dichiarato di sentirsi più sicuro e fiducioso se torna a vincere la Cdu di Merkel. Il 16% si sentirebbe invece più a rischio, mentre il resto afferma di non saper rispondere.

Le aspettative sull’eurozona

Ma se il mondo imprenditoriale guarda a Merkel come ad un’ancora di salvezza, l’industria tedesca ha chiesto recentemente al governo nuovi investimenti, e meno risparmi, per far tornare davvero a crescere l’economia del Paese.

Il Pil dell’eurozona a giugno è cresciuto per la prima volta in sei trimestri, ma solo il 7% degli intervistati si è detto convinto che la crisi sia davvero giunta al termine. L’83% sostiene invece che la fine del trambusto sia ancora lontana. 

Le tre minacce fondamentali per i manager intervistati? Sono i rischi economici e di mercato, insieme all’incertezza politica. Più di un terzo si dice intimorito dal rallentamento della crescita economica della Cina, anche se la metà crede che questo trend non abbia conseguenze sul proprio business. E solo il 7% ammette di essere molto preoccupato dalla probabile stretta monetaria della Fed al piano di iniezioni mensili da 85 miliardi di dollari, da attuare se l’economia continuasse a crescere. Tuttavia, più del 40% guarda con un po’ di paura al fatto che la Fed si prepari a chiudere i rubinetti.

La crescita globale e le intenzioni di investimento

E se il 27% crede che le condizioni economiche mondiali migliorino nei prossimi sei mesi, il 25%, più pessimista, punta sul contrario: tempesta in arrivo. Il resto, il 48% circa, immagina una situazione stabile ancora per un po’. Sulla base di queste aspettative, più di un terzo dei manager intende aumentare le spese in capitale nel prossimo semestre, mentre il 18% vuole, al contrario, tirare il freno investendo meno.

I Paesi più business-friendly

Il Paese più business-friendly, dove è più facile fare impresa, resta il Canada, seguito da Usa, Regno Unito e Germania. E se i manager guardano al Brasile come al re degli Emergenti, la Russia finisce ai piedi della classifica.

Perché i top manager mondiali tifano per Merkel

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