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Mentre in tutto il mondo islamico droni, polizie locali e servizi segreti sono all’opera per arrestare e “disabilitare” presunti appartenenti ad Al Qaeda o ad organizzazioni ad essa affiliata, le informative dell’intelligence Usa rispostano il focus della paura di attentati in Pakistan, lo Stato dove era nascosto Osama bin Laden e dove si troverebbe il suo successore, l’egiziano Al Zawahiri. Nei giorni scorsi l’attenzione era concentrata prevalentemente sullo Yemen da dove si ritiene si stato “pensato” l’eventuale attacco terroristico e nella cui cellula (AQAP) trovano posto sia il leader Abu Nasir che un pericolosissimo fabbricatore di bombe che non sarebbero rilevabili dai detector oggi a disposizione delle autorità internazionali. L’allarme in Pakistan conferma che esiste un intenso traffico di comunicazioni fra Sana’a e Islamabad.

Il consolato di Lahore
Gli Stati Uniti hanno evacuato tutto il personale non adibito a funzioni di emergenza dal proprio consolato generale di Lahore, capitale della provincia orientale pakistana del Punjab. Motivo del provvedimento, “minacce specifiche” ricevute dalla rappresentanza Usa che “costituiscono un potenziale pericolo per i cittadini americani nell’intero Pakistan” a causa della “presenza di gruppi terroristici stranieri e locali”.
Secondo una portavoce dell’ambasciata statunitense a Islamabad, Meghan Gregoris, la misura non sarebbe legata all’allarme-terrorismo scattato di recente in seguito all’intercettazione di conversazioni tra i capi di al-Qaeda, compreso lo stesso leader Ayman al-Zawahiri, relative a un incombente attentato anti-occidentale su vasta scala, che ha già portato alla chiusura di diverse sedi diplomatiche e consolari in Paesi arabi o islamici. La stessa legazione americana nella capitale pakistana e i consolati di Karachi e Peshawar oggi non opereranno per la festività islamica di Eid al-Fitr, ma lunedi dovrebbero riaprire regolarmente. Il consolato di Lahore dovrebbe invece rimanere chiuso, e “non c’è alcuna indicazione” su quando tornerà a funzionare.

L’aeroporto di Islamabad
È scattata l’allerta per il rischio di attentati all’aeroporto internazionale Benazir Bhutto di Islamabad. L’Esercito, riferiscono i media pakistani, ha ulteriormente rafforzato la sicurezza nel principale scalo del Pakistan. Un falso allarme bomba, si legge sul sito web del giornale The Express Tribune, ha fatto scattare l’emergenza per un aereo della Pakistan International Airlines (Pia) diretto a Quetta, nella provincia sudoccidentale del Baluchistan, dove dopo la strage di ieri durante un funerale di un poliziotto, costata la vita a 38 persone, stamani in un attacco armato contro una moschea sono rimaste uccise almeno dieci persone.

La moshea di Quetta
Almeno dieci persone sono rimaste uccise e 22 ferite in un attacco armato contro una moschea di Quetta, nella provincia pakistana del Baluchistan, all’indomani della strage in cui 38 persone sono morte in un attentato kamikaze durante un funerale di un poliziotto. L’attacco odierno, stando a quanto riferiscono i media locali, è stato sferrato al termine delle preghiere di Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del mese di Ramadan.
Uomini armati hanno aperto il fuoco contro i fedeli che uscivano dalla moschea. Nel luogo di culto c’era anche un ex ministro provinciale del Partito del popolo pakistano (Ppp), Ali Madad Jattak, probabilmente obiettivo dell’attentato. Jattak è rimasto illeso. Sinora l’attacco non è stato rivendicato.

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