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Il de-peering non ha risvolti per la sicurezza delle comunicazioni: ecco perchè.

Si dice spesso che il modo migliore per intercettare traffico sia violare i server dei grandi fornitori mondiali di servizi online e con ogni probabilità questo è stato fatto dal Governo degli Stati Uniti quando ha penetrato i data center più importanti del pianeta, come ad esempio quelli di Google e di Facebook, notizia che chiaramente gli interessati continuano a smentire. Ma non è questo il punto.

Il fatto è che anche in casa nostra, non sono mancate ipotesi ridicole che hanno strumentalmente agganciato a questa notizia, le più fantasiose teorie che utilizzano la paura di essere intercettati come grimaldello per muovere i decisori politici meno preparati, ad assumere soluzioni tecniche piuttosto inopportune.

Ad esempio in questi giorni c’è chi si dice molto preoccupato dal fatto che il traffico Internet generato dall’Italia transiti anche su nodi all’estero.

E dove sarebbe lo scandalo? Internet è nato proprio per questo, per far transitare ogni singolo pacchetto di dati secondo il percorso piu’ conveniente e meno sovraccarico, per poi ricomporre tutta la fila di informazioni grazie ad un protocollo sul computer del destinatario. Non è fisicamente concepibile una rete Internet confinata ai soli operatori telefonici nazionali. Non sarebbe nemmeno definibile come Internet, sarebbe una specie di Intranet politica. Forse nemmeno la Cina e la Corea hanno inteso confinare il traffico nazionale in questo modo e non credo lo faranno.

Il teatrino è presto smascherato da una vicenda di soldi e di interessi che risale al Giugno scorso, a seguito di una delibera dell’Autorità Antitrust, grazie alla quale Telecom Italia ha finalmente potuto regolare i rapporti di interconnessione con gli operatori concorrenti, sulla base di precisi contratti di peering, non piu’ incerti e a titolo gratuito come in passato, ma sottoscritti sulla base di una serie di accordi che prevedono livelli di servizio che tutelano in primis l’utenza.

Orbene, qualche decina di piccolissimi operatori ha ritenuto piu’ conveniente far transitare il traffico dei propri clienti italiani su nodi esteri invece che chiudere un accordo con Telecom Italia, dando vita ad una fattispecie nota ai tecnici come depeering, ossia distacco dalla rete di Telecom e aggancio su altre reti di altri operatori per poter arrivare in Italia dall’estero. Costa meno? Forse si, qualche migliaio di euro in meno.

Ora la cosa buffa è che sono questi stessi piccoli operatori a sollevare il caso sicuritario perchè ci dicono che ormai tutto il loro traffico transita all’estero, anche se è interno, e la cosa divertente non è che questa accusa tecnicamente non sta in piedi perchè Internet, piaccia o no, è fatto così. La cosa divertente è che ce lo dicano magari proprio coloro che non hanno voluto sottoscrivere il contratto di peering con il nostro operatore di rete principale, cosa che quasi tutti gli altri hanno fatto.

Insomma, da questa storia si evince che spesso dietro le notizie legate alla sicurezza si nascondono interessi economici molto forti. Dotarsi di strumenti idonei per conoscere è il modo migliore per intendere e capire meglio questi fenomeni.

Segui Dario Denni su Twitter: www.twitter.com/dariodenni

I piccoli operatori vogliono Internet politico? Il depeering come spauracchio della privacy

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