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Fu poco convincente il gran chiasso che s’organizzò attorno a Scelta civica autocandidatasi a primo partito nazionale a ragione della confusione regnante negli altri gruppi e dell’ingresso nella nuova formazione di parecchi transumanti da sinistra e da destra che s’accaparrarono seggi parlamentari pur essendo privi di seguiti elettorali.

L’ambizione di proporsi come alternativa alla sinistra bersaniana e al centrodestra berlusconiano in evidente crisi ideale e rappresentativa, era più che legittima. Non pochi ritennero di poter resuscitare politicamente, qualcuno esponendo nell’agone propri congiunti. Parecchi altri s’affannarono nel salire sul carro del presunto vincitore, spalleggiati da giornaloni del nord all’angosciosa ricerca di liberarsi di Berlusconi, già per suo conto malmesso per via giudiziaria.

Le ammucchiate politiche, come le liste dei firmaioli pronti a sottoscrivere qualsiasi appello pur di apparire citati nei media carichi di presunzione antropologica, ingannano, non convincono mai. E, in effetti, alle strette della ricerca del consenso, Scelta civica risultò quarto partito, al di sotto del 10 per cento e ancor più ircocervo di quel Pd bersaniano che lasciò sul tappeto della roulette elettorale tre milioni e mezzo di voti. D’altronde in un sistema ormai almeno tripolare, il centro non è un sito per transumanti diportisti.

Monti se ne è andato, indispettito, stizzito, furente e sempre pretenzioso, stando alle sue interviste più recenti. Involontariamente ha fatto chiarezza autoescludendosi da uno schieramento al quale non aveva prestato alcuna visione politica che non fosse l’ovvia conservazione di un potere istituzionale immeritatamente concessogli. Ma l’idea di un centro democratico, preesistente alla calata in campo del professore bocconiano, restava agibile, benché malamente interpretata: e, quindi, scarsamente votata.

Quell’idea è precipitata nell’oblio per insufficienza toracica dei suoi cantori, non perché manchi di validità. E, forse, può tornare in considerazione in vista di un nuovo progetto politico nazionale che va individuato, precisato, motivato e perseguito senza giochetti: prendendo le distanze da ambiguità e presentandosi come alternativi, quanto leali competitori di una sinistra oggi in preda a convulsioni di leadership non propriamente attraenti.

Addio Monti, avanti con il Centro

Fu poco convincente il gran chiasso che s'organizzò attorno a Scelta civica autocandidatasi a primo partito nazionale a ragione della confusione regnante negli altri gruppi e dell’ingresso nella nuova formazione di parecchi transumanti da sinistra e da destra che s’accaparrarono seggi parlamentari pur essendo privi di seguiti elettorali. L’ambizione di proporsi come alternativa alla sinistra bersaniana e al centrodestra berlusconiano…

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