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Il presidente Nixon una volta cambiò la storia con una stretta di mano sulla pista dell’aeroporto di Pechino, cominciando un nuova relazione con la Cina. Oggi, non è solo la geopolitica che stiamo cambiando – è il nostro stesso pianeta.

E ciò richiede una nuova partnership con la Cina per affrontare la sfida. Niente di meno di una trasformazione del modo in cui usiamo e produciamo energia sarà sufficiente per contrastare la minaccia urgente del cambiamento climatico. Naturalmente la storia si diverte a smentire chi cerca di predirla con certezza. Ma la scienza ci dice questo: se non riusciremo a mettere in campo una strategia, se non riusciremo a reagire, gli impatti del cambiamento climatico diverranno inimmaginabili e catastrofici. Ecco perché al Forum delle maggiori economie Todd Stern, il nostro inviato speciale per il cambiamento climatico, ha portato un messaggio sulla necessità di straordinari progressi sia in termini di azione concreta e attuale, sia in vista di un nuovo accordo globale per il 2015. Detto semplicemente, tutte le nazioni hanno la responsabilità di attuare riduzioni di emissioni nel breve periodo. I costi dell’inazione diventano sempre più pesanti, quanto più aspettiamo – e quanto più aspettiamo, tanto più è improbabile che riusciamo a evitare il peggio e a lasciare alle prossime generazioni un pianeta sostenibile.

Tutti conosciamo le circostanze particolari della relazione bilaterale tra Cina e Stati Uniti. Ma abbiamo anche un ruolo speciale. Insieme, rappresentiamo più del 40% delle emissioni di gas serra. È una realtà certamente sconvolgente, ma che ci dice anche che le nostre due nazioni possono fare davvero la differenza. Le decisioni che prendiamo oggi – in questo momento – decideranno del destino del nostro pianeta non solo per i nostri figli e nipoti, ma anche per le generazioni a venire. Ecco dunque la conclusione: volenti o nolenti, abbiamo su di noi gli occhi del pianeta. O creiamo le condizioni per una risposta globale, oppure rischiamo la catastrofe globale. O diventiamo un esempio per il mondo, o il mondo farà di noi un esempio. In fondo Madre Natura non conosce frontiere.

La semplice verità è che dobbiamo agire, e possiamo farlo.
Quando visitai Pechino lo scorso aprile nel mio primo viaggio in Asia come Segretario di Stato, convenimmo sul lancio di un Gruppo di lavoro sul cambiamento climatico. Oggi eleviamo il nostro impegno a un nuovo livello delle relazioni bilaterali, perché nessuna nazione può – né dovrebbe – affrontare da sola questa sfida. Stiamo cominciando a fare progressi. Le nostre due nazioni si sono incontrate ancora al Dialogo strategico ed economico, dove i nostri più alti funzionari discutono le questioni più urgenti del rapporto bilaterale. Dopo circa tre mesi di duro lavoro dall’incontro di aprile, abbiamo concordato su un’accelerazione della cooperazione climatica bilaterale approvando cinque nuove iniziative congiunte per combattere il cambiamento climatico. Si tratta di un importante passo avanti. Tra le numerose necessarie misure, grandi e piccole, che dovremo prendere, due sono le aree di interesse: riduzione delle emissioni da consumo di carbone e da autoveicoli. Gli Stati Uniti e la Cina sono oggi responsabili di circa il 40% del consumo globale di carbone. Inoltre, i veicoli pesanti sono la fonte di emissioni di gas serra da trasporto in maggiore crescita negli Stati Uniti e rappresentano circa il 50% del carburante da trasporto consumato in Cina.

La torta è abbastanza larga perché America e Cina diventino insieme più ecocompatibili, anche riducendo significativamente le emissioni in questi due settori. Abbiamo concordato di lavorare per superare le barriere al sequestro, utilizzo e stoccaggio del carbonio con numerosi progetti dimostrativi integrati. Abbiamo anche concordato di lavorare insieme sugli standard di efficienza dei combustibili, di promuovere carburanti e tecnologie di controllo delle emissioni più pulite, e di aumentare l’efficienza del trasporto merci ecocompatibile.

Ci stiamo anche attivando per promuovere l’efficienza energetica. Stiamo unendo le forze per promuovere l’efficienza energetica negli edifici, che rappresentano circa il 30% del consumo di energia in entrambi i Paesi. Stiamo assistendo la Cina nel promuovere la raccolta e la gestione dei dati sui gas serra, base per qualsiasi efficace politica climatica. E, insieme, stiamo promuovendo l’avvio di smart grid che siano più resilienti, efficienti e capaci di veicolare una quantità maggiore di energia rinnovabile e generazione distribuita. Queste misure sul clima saranno tanto più significative se aiuteremo la Cina a diversificare il suo mix di combustibili, riducendo il peso del carbone. Ecco perché il nostro dialogo energetico si è indirizzato ad assistere la Cina nelle misure di mercato necessarie per aumentare l’utilizzo di gas naturale. Negli Stati Uniti, la nostra rivoluzione del gas ha aiutato a ridurre le emissioni di carbonio al loro livello più basso negli ultimi 16 anni e a passare a combustibili rinnovabili e a minore contenuto di carbonio. Siamo ora pronti ad aiutare la Cina a fare lo stesso, da protagonisti nelle energie pulite del futuro.
L’opportunità è immensa. E se la cogliamo, daremo a 1,6 miliardi di cittadini americani e cinesi l’ispirazione per fare propria questa sfida, e per provare al mondo che possiamo affrontarla insieme. E non solo: mettere il mondo verso un futuro energetico pulito creerà milioni di nuovi posti di lavoro qui in America e in tutto il mondo. Così facendo, infatti, libereremo forze di mercato che riflettono il meglio dello spirito imprenditoriale e della creatività delle nostre due nazioni. SI ricordi che parliamo di un mercato energetico globale che è valutato a 6 trilioni di dollari per quattro miliardi di consumatori nel mondo – che diventeranno nove entro 40 anni. E il segmento in più rapida crescita di questo mercato è l’energia pulita e rinnovabile.

Le discussioni in sede di Dialogo strategico ed energetico sono proseguite per costruire una collaborazione tra i nostri due Paesi: una collaborazione che ha un enorme potenziale, se riusciremo a coglierlo. Affrontando il tema del cambiamento climatico, possiamo assicurare il futuro dell’America – e quello della Cina – nell’economia energetica del futuro. Non è questione di vincitori o perdenti. Rivoluzionare l’uso e la produzione di energia può essere una situazione “win-win-win”: vince l’America, vince la Cina, e vince il mondo. Cogliamo dunque questa opportunità.

Traduzione non ufficiale a cura di Marco Andrea Ciaccia, intervento originale pubblicato su Think Progress.

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