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La Russia intende rivolgersi a Edward Snowden, cui ha appena concesso l’asilo politico temporaneo, e chiederne l’aiuto per agevolare l’inchiesta sulla fuga di dati relativi a cittadini e istituzioni russi, nell’ambito del controverso programma segreto Prism d’intercettazioni globali condotto dai servizi segreti Usa, e la cui esistenza il giovane analista ha rivelato al mondo, facendo scoppiare lo scandalo dell’Nsagate: l’annuncio è stato dato dal senatore Ruslan Gattarov, un esperto d’informatica cui e’ stata affidata dal Consiglio della Federazione, la camera alta del Parlamento, la guida di una commissione speciale incaricata di indagare sulla vicenda per gli aspetti che riguardano direttamente Mosca.

La possibile collaborazione
“Oggi stesso mi metterò in contatto con il signor Snowden”, ha dichiarato Gattarov all’agenzia di stampa statale ‘Ria-Novosti’. “Le informazioni che potrà fornirci non pregiudicheranno gli interessi degli Stati Uniti. Sotto questo aspetto, nessuna novita’”, ha sottolineato il parlamentare. “Si tratta invece della protezione di dati personali. Il nostro obiettivo consiste nell’accertare quali sono i punti deboli nella loro tutela, ed eliminarli”. Della commissione diretta da Gattarov fanno parte anche funzionari del ministero degli Esteri, di quello per le Comunicazioni e della Procura Generale. Il mese prossimo l’organo inquirente presenterà una serie di proposte di emendamento alla legislazione in vigore, nell’intento di rafforzare la difesa della privacy, specie per quanto riguarda l’accesso a Internet e ai social network.

Dal canto suo il politologo Alexei Muhin, direttore del Centro di Informazioni Politiche, non ha escluso che la ‘talpa’ già alle dipendenze della Cia possa collaborare con le autorità russe, facendo ulteriori rivelazioni, nell’ipotesi in cui la sua mancata estradizione in patria inducesse Washington a adottare nuove sanzioni anti-russe. Muihin ha citato espressamente la “lista Magnitsky”, dal nome dell’avvocato Serghei Magnitsky, un avvocato russo che lavorava per alcune compagnie americane, e che denunciò una macchinazione da parte di aziende russe, con la complicità di elementi dell’apparato statale, finalizzata ad accumulare illecitamente denaro per un importo complessivo pari a circa 230 milioni di dollari. Arrestato nel 2008 per presunta frode fiscale, l’anno dopo morì in circostanze misteriose mentre era ancora in carcere, si dice perchè pestato a sangue e lasciato privo di cure mediche. Il mese scorso ha subito l’estremo affronto, essere condannato a oltre tre anni dal decesso. Come rappresaglia, il Congresso Usa adotto’ su basi ‘bipartizan’ una legge a lui intitolata, che prevede la negazione del visto e il congelamento dei beni a carico di una lunga serie di dirigenti russi, coinvolti non soltanto nel supposto omicidio dello stesso Magnitsky, ma anche in altri casi di violazione dei diritti umani e di corruzione. “Se all’improvviso la lista Magnitsky dovesse ampliarsi”, ha osservato il politologo, “Snowden potrebbe ‘ricordarsi’ di qualche dettaglio a proposito delle agenzie d’intelligence per le quali ha lavorato”.

Ma è ancora mistero su dove si trova
La talpa del Nsagate, Edward Snowden, si è registrato nel luogo di residenza in Russia, anche se resta avvolto nel mistero il luogo dove abbia trovato rifuggio. Lo ha dichiarato l’avvocato russo Anatoly Kucherna, che ne ha seguito le procedure per l’ottenimento dell’asilo temporaneo, concessogli da Mosca nonostante le richiese Usa di vederlo estradato. Dietro l’arida formula burocratica si tratta del primo passo formale previsto dalla legge russa: tutti i cittadini stranieri che entrano nella Federazione devono registrare il proprio visto presso il luogo in cui risiederanno durante la permanenza nel Paese.
L’avvocato non ha però specificato il luogo esatto in cui si è registrato Snowden, limitandosi a dire che “vive in Russia”. A una domanda sulle offerte di lavoro arrivate all’ex collaboratore della Cia, Kucherna ha risposto: “Cosa succederà in futuro, dove lavorerà, per ora non lo so. Appena prenderà una decisione, e se lui me lo permetterà, ve lo farò sapere sicuramente”.

Per ora nessuna reazione da Washington
Non ci sono segnali che gli Stati Uniti vogliano cancellare la riunione 2+2 con la Russia tra i ministri degli Esteri e della Difesa. L’ha detto oggi il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. Le due potenze sono ai ferri corti dopo che Mosca ha concesso asilo temporaneo a Edward Snowden, la talpa dello scandalo Nsagate.
“Noi continuiamo a fare i preparativi. L’agenda è stata concordata e così la sequenza degli eventi fissati per il 9 agosto. Noi non abbiamo ricevuto alcun segnale dai nostri partner americani che la riunione 2+2 possa essere cancellata. Riteniamo che i negoziati avranno luogo”, ha detto Ryabkov.
Il caso Snowden ha provocato un inasprimento delle già difficili relazioni tra Mosca e Washington. Nei giorni scorsi si sono susseguite indiscrezioni sull’evenutale cancellazione di eventi bilaterali, a partire dalla visita negli Stati uniti del presidente Usa Barack Obama.

Snowden passa al servizio di Putin?

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