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Il nuovo corso della Chiesa di Roma immaginato da Papa Francesco inizia a sortire i primi effetti reali sulla vita del Vaticano. Dopo i recenti scandali, per la prima volta nella sua storia, oggi lo Ior pubblica sul suo sito il bilancio del 2012.

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LA SVOLTA DI BERGOGLIO
La scelta di pubblicare tutti i flussi economici dell’istituto bancario è un passo che alcuni vaticanisti – come ieri Paolo Rodari su Repubblica – commentano come “impensabile fino a pochi mesi fa“. Una svolta possibile grazie all’impegno di Jorge Mario Bergoglio, “il Papa riformatore, l’uomo a cui gran parte del Conclave ha chiesto a gran voce di smantellare quel sistema che ha portato l’istituto vaticano a divenire una sorta di banca off-shore usata da alcuni anche per operazioni non lecite“.

I NUMERI DEL BILANCIO
Un bilancio, quello dello Ior, eccezionale non solo per la pubblicazione pubblica, ma anche per le cifre, che Rodari ritiene da “record“. Numeri “di una banca non certo grande, ma che fanno impressione, se paragonati alle dimensioni del territorio della Città del Vaticano, che è di appena 0,44 chilometri quadrati“. Ed eccoli i numeri. Un utile netto di circa 87 milioni di euro per il 2012. La banca vaticana, lo scorso anno ha avuto 6,3 miliardi di beni terzi in gestione, in crescita rispetto ai 6,2 miliardi del 2011, per un totale di 3,2 miliardi di portafogli gestiti e 3,1 miliardi di depositi.
L’utile ha consentito alla banca vaticana di fornire un contributo di 54,7 milioni di euro al budget della Santa Sede e di destinare 31,9 milioni di euro alla riserva rischi operativi generali, la riserva di utili non distribuiti.
Inoltre, dal Rapporto Annuale dello Ior, un documento di 100 pagine, emergono interessi netti per 52,2 milioni di euro (-19,6%), che risultano dalla differenza tra gli interessi maturati sugli attivi e quelli dovuti ai clienti. Nel bilancio emergono ancora 51,1 milioni di euro di proventi netti da negoziazione che comprendono sia utili-perdite conseguiti dai titoli venduti durante l’anno, sia utili-perdite non realizzati sul valore totale dei titoli al 31 dicembre 2012. I costi operativi ammontano a 23,9 milioni di euro e comprendono i costi di personale, i contributi pensionistici, consulenze di professionisti e spese generali.
L’utile netto registrato nel 2012 dallo Ior è quadruplicato rispetto a quello del 2011 che si attestava a 20,3 milioni di euro.

OPERAZIONE TRASPARENZA
Il rapporto – spiega inoltre il quotidiano diretto da Ezio Mauro – “esce con la certificazione di una delle cinque società del network Kpmg. Il che significa che il bilancio è ritenuto conforme ai princìpi contabili internazionali (Ifrs) emessi dall’International Accounting Standards Board e omologati alla Commissione europea. Mancano ormai pochi mesi (entro la fine del 2013) a un’ulteriore valutazione dello Ior da parte di Moneyval, il Comitato di esperti sulla valutazione delle misure di lotta al riciclaggio e finanziamento del terrorismo presso il Consiglio d’Europa, e dopo una prima valutazione in parte positiva (il 4 luglio 2012 Moneyval ha vistato l’attuazione da parte della Santa Sede della maggioranza delle raccomandazioni Gafi essenziali, cosiddette key and core), lo scoglio di fine anno sarà fondamentale per il futuro dell’intero istituto“.

MENO CLIENTI, PIÙ GARANZIE
E le novità non si fermano qui e coinvolgeranno anche l’utenza della banca vaticana. Come svelato da Maria Antoniettà Calabrò sul Corriere della Sera di oggi, Lunedì scorso, 23 settembre, sono partite dallo Ior “le prime 900 lettere di richiesta chiusura conto per clienti con i quali l’Istituto per le opere di Religione non intende più avere rapporti“. Clienti che “evidentemente non hanno superato il vaglio dei controlli di cui a partire dalla fine di maggio (quindi poco più di tre mesi) è stata incaricata la società di consulenza Promontory, leader mondiale dell’antiriciclaggio. Si tratta di un numero molto alto, considerando che a fine 2012 i conti aperti presso lo Ior erano circa 19 mila“. E che l’opera di “ripulitura” di tutti i conti è lungi dall’essere completata.
In particolare – prosegue il quotidiano di via Solferino – lo Ior “si avvia a chiudere tutti i conti detenuti da ambasciate straniere accreditate presso la Santa Sede. Su 180 missioni diplomatiche, almeno una ventina hanno conti presso lo Ior, e ne hanno diritto non solo l’Ambasciatore, ma anche i numero due e tre della missione. La chiusura avverrà in seguito ai sospetti suscitati dal deposito e dal ritiro di grosse somme di denaro in contante da parte delle missioni diplomatiche di Iran, Iraq e Indonesia“. È stato invece già chiuso il conto della Siria, reso noto il 5 luglio 2012 da documenti riservati pubblicati da Wikileaks.

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