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La festa calcistica della Confederation Cup 2013 non è isolata dall’ondata di proteste in Brasile. Nonostante la causa iniziale della rivolta (l’aumento dei 20 centesimi del servizio di trasporto a Sao Paulo) sia venuta meno dopo la cancellazione dell’aumento, ieri i manifestanti si sono appostati all’ingresso dello stadio prima della partita tra Brasile e Messico.

La solidarietà di Neymar

Davanti a questa rivolta i giocatori brasiliani non sono stati indifferenti: il giocatore del FC Barcelona, il brasiliano Neymar Jr, ha detto ieri attraverso i social network che è a favore delle proteste dei suoi connazionali. Ha detto che si ispirerà alla lotta dei brasiliani per un miglior servizio sanitario, istruzione e sicurezza per giocare meglio in questo evento calcistico.

Sul suo account su Instagram, Neymar ha detto che può sembrare retorico ma lui non ha dimenticato i tempi in cui era povero e i suoi genitori si sono sforzati di dare una vita degna a lui e sua sorella. “Voglio un Brasile più giusto, più sicuro, più sano e più onesto”, ha scritto.

“Alzare la bandiera dei manifestanti potrebbe sembrare demagogico, ma non lo è. Sono brasiliano e amo il mio Paese. Ho la mia famiglia e i miei amici lì e l’unica forma che ho per rappresentare e difendere il Brasile è giocando #TamoJunto (stiamo insieme)”, ha aggiunto.

Il diritto di protesta

“Il popolo ha diritto a manifestare le sue opinioni e a protestare quando non è felice per quanto accade nel Paese. È l’unico modo di richiamare l’attenzione quando qualcosa va male”, ha scritto su Facebook il difensore del Brasile David Luiz, che gioca nel Chelsea. Il giocatore ha aggiunto: “Non vivo in Brasile, ma amo il mio paese. I brasiliani amano il loro paese e per questo manifestano”.

“Sono favorevole finché le proteste restano pacifiche”, ha scritto su Twitter il giocatore Fred. “Sono orgoglioso di vedere che la gente lotta per migliorare”, ha aggiunto. Anche i difensori Daniel Alves (FC Barcelona) e Dante (Bayern Munich) hanno espresso il loro sostegno ai manifestanti.

“Dopo aver visto la gente nelle strade chiedere una vita migliore, mi è venuta voglia di accompagnarli”, ha detto il brasiliano Hulk via Twitter. “Stanno facendo la cosa giusta e vanno ascoltati. Brasile ha bisogno di migliorare”, ha aggiunto.

La critica di Rivaldo

L’ex giocatore Rivaldo si è unito alle proteste sostenendo che il Brasile non è in condizioni di organizzare i Mondiali di calcio e che il governo dovrebbe concentrarsi invece nel migliorare la sanità e l’istruzione. Sul suo account Twitter ha scritto: “È una vergogna spendere tutti questi soldi per i Mondiali e lasciare gli ospedali e le scuole in condizioni precarie”.

Tutti contro Pelé

Un’altra polemica si è scatenata sui social network, invece, per un’intervista della leggenda del calcio mondiale, Pelé, alla tv OGlobo. Il giocatore ha chiesto di dimenticare le proteste e i problemi e tornare a pensare solo al calcio. “Dimentichiamo le proteste in Brasile e ricordiamoci di come la squadra brasiliana è il nostro Paese e il nostro sangue”, ha detto.

“Ci stiamo preparando per la Coppa del mondo. La Confederation Cup 2013 ci serve molto”, ha aggiunto. Le reazioni su Twitter non hanno mostrato perdono verso un personaggio amato come Pelè, ma hanno criticato la sua mancata solidarietà alle proteste.

Neymar, Luiz, Fred, Rivaldo e... Ecco i giocatori che solidarizzano con le proteste in Brasile

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