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Beppe Grillo evoca ancora una volta lo spettro del default. Complice l’atteggiamento remissivo del governo guidato da Enrico Letta, che traccheggia occupandosi solo dell’ordinaria amministrazione, il comico dal suo blog lancia un nuovo allarme sulla tenuta dei conti pubblici.

Bisogna agire al più presto con la ristrutturazione del debito” ammonisce. “Gli interessi chiesti dal mercato sui nostri titoli di Stato decennali sono aumentati del 10% nelle ultime due settimane. Lo spread è tornato a circa 300 punti, ai livelli di settembre del 2012, e il suo rialzo è appena iniziato perché il mercato dovrà digerire molte brutte notizie per l’Italia”.

LE CRITICHE AL GOVERNO
Nella sua invettiva, Grillo rivolge i suoi fendenti soprattutto al governo e al suo attendismo, che paragona all’opera più celebre dello scrittore irlandese Samuel Beckett.
Aspettando Godot – lamenta il comico – l’Italia avrà come unico risultato l’aumento del costo del suo salvataggio che sarà fatto interamente sulla pelle dei cittadini. Chi è responsabile al governo di una strategia così miope? Il tempo è una risorsa preziosissima che si sta lasciando trascorrere senza agire. L’Italia – conclude – è avviata verso una manovra di aggiustamento dei conti pubblici di almeno 20 miliardi (che potrebbero raddoppiare) dopo l’estate. Altro che permesso dell’Europa di sforare il 3% di deficit. Altro che rinvio dell’Imu. Aspettando Godot l’Italia muore”.

L’ASSENZA DI PROPOSTA
Un’analisi, quella di Grillo, che tocca nel vivo i problemi dell’operato di un governo che per ora non ha affrontato nessuno dei nodi gordiani dell’economia in affanno: dalle riforme al rapporto con Bruxelles, passando per una politica di sistema orientata alla crescita.
Di contro è impossibile non notare come l’atteggiamento del comico genovese non sia affatto cresciuto nel tempo, nonostante la sbandierata volontà di affrontare l’esperienza istituzionale del Movimento 5 Stelle come un’occasione per offrire un contributo reale al Paese. Negli appunti di Grillo non c’è nessuna proposta, nessun input, ad esempio un richiamo alla necessità di un forte abbattimento del debito pubblico – come quello proposto dall’economista Paolo Savona – al quale i partiti, se pungolati in Parlamento e non sul web, potrebbero forse non sottrarsi.

LA RABBIA DEI DISSIDENTI
Le critiche di Grillo, anche se rivolte al governo, non mancheranno di generare soprattutto malumori interni. Proprio il suo linguaggio, carico di accuse e povero di proposte, ha scatenato nelle scorse settimane gli appunti televisivi della senatrice del Movimento 5 Stelle, Adele Gambaro, poi espulsa a causa delle sue parole contro il comico.
Perché se da un lato è saldo il fronte dei fedelissimi che riconoscono in Grillo il leader indiscusso del movimento, dall’altro c’è un ormai numeroso gruppo di parlamentari, i cosiddetti “dissidenti”, che vorrebbe lavorare cercando di costruire con gli altri partiti in modo costruttivo con proposte condivise.

Gambaro (M5S): il problema del MoVimento è Grillo (fonte video: Sky Tg24)

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