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Gli anni del boom sono un ricordo lontano. E non solo di quello italiano. Le stime della Banca mondiale, per una crescita forte non possono che guardare ai prossimi anni. Per ora il fiatone della crisi pesa ancora e a risentirne è anche la Cina. Il momento di gloria arriva invece per il Giappone. Schizzano infatti le stime della Banca Mondiale dopo il varo dell’Abenomics, croce e delizia della piazza di Tokyo.

Stime generali e sugli Emergenti

La Banca Mondiale prevede un calo della crescita mondiale nel 2013, rallentata ancora dalla zona euro, ma stima che l’economia diventerà più “stabile” rispetto a prima della crisi. Secondo le previsioni semestrali della Banca Mondiale il tasso di crescita dell’economia globale sarà del 2,2% quest’anno e del 5,1% nei paesi in via di sviluppo, con un leggero arretramento rispetto al 2012 (+2,3%) e rispetto alle sue previsioni di gennaio (+2,4%).

La Cina

Secondo la Banca Mondiale la Cina crescerà del 7,7% nel 2013, tagliando quindi le stime dalla previsione precedente all’8,4%. La seconda economia al mondo ha rallentato la sua corsa ed è per questo che, secondo l’istituto di Washington, la classe dirigente dovrà studiare un nuovo modello di crescita. Negli ultimi decenni la Cina si è basata molto su export e investimenti pubblici, uno schema che è stato messo alla prova dal calo della domanda europea e statunitense e che ora deve essere riformulato pensando alla creazione di un mercato interno forte. Un adattamento della strategia di crescita che secondo gli analisti causerebbe inevitabilmente una fase meno spumeggiante nel breve periodo.

Export e investimenti pubblici che vengono meno

Come sottolinea la Bbc, il report della Banca Mondiale diffuso a dicembre, che aveva addirittura alzato le stime di crescita cinesi all’8,4 dall’8,1% nel 2013, era arrivato subito dopo l’approvazione del nuovo piano infrastrutturale di Pechino. Gli stanziamenti? 150 miliardi di dollari. Adesso invece secondo l’istituto di Washington il rischio maggiore per la Cina è che gli alti tassi d’investimento possano risultare non sostenibili”.

L’Eurozona

Abbassate anche le stime per le economie più dinamiche e per l’Eurozona, il cui Pil si dovrebbe contrarre dello 0,6%. Di contro, però, le prospettive per Usa e Giappone sono migliorate proprio grazie alle misure senza precedenti dei loro governatori

“Negli ultimi quattro anni, le economie avanzate si sono adattate a prezzi alti legati all’economia reale”, ha spiegato al New York Times Hans Timmer, il direttore del Development Prospects Group dell’istituto. “Ma questo non ha fatto che aumentare l’offerta, mentre la domanda è in calo. Siamo in una fase postcrisi e postrecovery, dobbiamo concentrarci su altro ora”.

Il balzo del Giappone

Il momento di gloria lo vive il Giappone grazie alle politiche governative aggressive in campo monetario e fiscale dopo quindici anni di stagnazione. La Banca mondiale ha quindi rialzato le sue stime per Tokyo, prevedendo una crescita dell’1,4% nel 2013. Un balzo considerevole rispetto all’outlook precedente, allo 0,8%, prosegue il Nyt.

Il crollo di Tokyo con il super yen

Qualcosa da ridire sull’entusiasmo della Banca Mondiale? Forse alla Borsa di Tokyo, che ha perso oggi più di sei punti sotto il peso del super yen che penalizza l’export giapponese e dei timori per la fine delle politiche di stimolo della Banca centrale (Boj). L’indice Nikkei ha chiuso a -6,35%, attestandosi a quota 12.445,38, dopo che lo scorso mese aveva raggiunto i massimi sopra 15.600, con un aumento che da inizio anno è stato di oltre il 40%. In picchiata anche l’indice Topix che ha ceduto il 4,78% e ha raggiunto quota 1.044,17. L’euro è sceso ai minimi delle ultime otto settimane contro la divisa nipponica (125,85) e il dollaro addirittura ai minimi delle ultime 10 (94,18).

La sbandata della BoJ

Meriti e demeriti, insomma, della Banca del Giappone, che prevede una stabilizzazione dei rendimenti dei titoli nel tempo attraverso le sue operazioni di mercato flessibili ed acquisti di massa di titoli obbligazionari. Sayuri Shirai, ex economista del Fmi e tra i nove membri del consiglio della BoJ, ha segnalato però che la Banca centrale non ha piani immediati per intraprendere nuove iniziative per calmare la volatilità dei mercati. Shirai ha confermato la previsione della BoJ che l’economia ripartirà con una moderata ripresa verso la metà dell’anno, ma ha avvertito che per soddisfare il suo obiettivo di inflazione del 2% ci vorrà del tempo.

Le aspettative dei mercati

Le aspettative di futuri aumenti di prezzo e di una ripresa economica potranno spingere verso l’alto i tassi di interesse, anche se l’enorme acquisto di bond della BoJ e il suo forte impegno per la politica ultra-facile potranno compensare in parte la pressione verso l’alto, ha detto Shirai. Sparare liquidità senza un piano strutturale potrebbe non essere la strada maestra per far diventare Tokyo una piazza di riferimento internazionale paragonabile a Wall Street e Londra, come auspica il premier giapponese Shinzo Abe. I mercati sono ancora persi nella sbornia, certo, ma cominciano già a sentire la nausea del super yen. Potrebbe non esserci tanto da festeggiare al prossimo brindisi.

Cina e Giappone, le stime della Banca Mondiale e la nausea dei mercati

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