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Fa il programmatore e non l’hacker Khalil Shreateh, il ragazzo palestinese di di 30 anni che ha beffato Facebook, portando alla luce un grosso bug che permetteva a chiunque di scrivere sulle bacheche degli altri utenti, anche senza essere fra i loro contatti. “È molto pericoloso – dice – perché consente di pubblicare annunci pubblicitari o altro sulle bacheche personali, senza permesso e senza pagare Facebook”.

Lui ha segnalato più volte il problema, ma non ha mai avuto risposta così ha deciso di passare all’azione. È bastato scrivere un post, ma sulla bacheca giusta, quella del fondatore del social network. “Caro Mark Zuckerberg mi dispiace aver violato la tua privacy, ma non avevo altra scelta” ha scritto, spiegando poi nel dettaglio il bug. Gli ci è voluto meno di un minuto e a quel punto Facebook è intervenuto eliminando l’errore. Ora gli spetterebbe la ricompensa promessa a chiunque risolva un problema tecnico, ma non l’avrà perché è accusato di aver violato la privacy di un utente. “Io ho davvero bisogno di quei soldi. Non trovo lavoro da due anni, qui è difficile” lamenta Khalil che abita in Cisgiordania, vicino Hebron, zona in cui la disoccupazione tocca il 22% e colpisce soprattutto i giovani.

Per ora è diventato una celebrità locale e ha avuto qualche offerta di scarso interesse. Chissà che non arrivi una chiamata direttamente da Facebook.

Khalil Shreateh, il palestinese che ha beffato Zuckerberg

Fa il programmatore e non l'hacker Khalil Shreateh, il ragazzo palestinese di di 30 anni che ha beffato Facebook, portando alla luce un grosso bug che permetteva a chiunque di scrivere sulle bacheche degli altri utenti, anche senza essere fra i loro contatti. "È molto pericoloso - dice - perché consente di pubblicare annunci pubblicitari o altro sulle bacheche personali,…

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