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Crisi dell’occupazione e primi provvedimenti del governo? Il senatore pidiellino Maurizio Sacconi, attualmente presidente della commissione Lavoro del Senato, ma soprattutto ex ministro del Welfare nel governo Berlusconi, fa riferimento al federalismo fiscale come vera alternativa ai tagli lineari della spending review, ritenendola l’unica via per ottenere la riduzione della pressione fiscale.

Il ministro Giovannini propone 100mila posti di lavoro in più tra gli under 24, ma qualcuno osserva che prima l’Italia deve uscire dalla procedura per deficit eccessivo: è così?
La procedura non ha nulla a che fare con il provvedimento. Il ministro ha fatto riferimento all’uso del Fondo Sociale Europeo e al suo interno un particolare fondino per lo sviluppo giovanile che non ha attinenza ai vincoli europei.

Il fatto che l’imminente appuntamento con le parti sociali sia un incontro per ascoltare e non per trattare, significa che in qualche modo la strada del governo è già tracciata?
Come sempre questi incontri sono innanzitutto un’occasione di ascolto, in seguito la mediazione vera viene realizzata nell’ambito della maggioranza che, come sappiamo, è una coalizione composta. Nel caso dell’ascolto il governo dovrà fare l’opposto dell’esecutivo Monti: ovvero prestare attenzione a tutti, ma in modo particolare non potrà prescindere dalle opinioni dei datori di lavoro. Coloro che materialmente dovrebbero poi fare quelle assunzioni. Quindi convincerli a effettuarle in tempi difficili come questi.

Il rinnovo del contratto a termine, che la legge Fornero ha subordinato a un intervallo di tempo, è l’unico scoglio da aggirare?
Non solo il contratto a termine, ma certamente quella tipologia specifica va riformata per intero, in modo da non essere soggetta ad alcuna causale, ancorché generica come quella introdotta da noi nella precedente legislatura. Soprattutto deve essere agevole prorogarla. Più in generale occorre una diffusa deregolazione dei rapporti di lavoro a termine.

Dopo l’annuncio dell’eliminazione dell’Imu, imprese e cittadini si aspettano provvedimenti su Irap e Irpef…
Riteniamo che occorra una riduzione generalizzata della pressione fiscale, cosa che dovrà essere realizzata con una vera politica di spending review. Il problema è quello di riuscire finalmente ad attuare il federalismo fiscale che abbiamo varato: la vera alternativa ai tagli lineari consiste proprio nell’utilizzo dei costi standard per le macro aree di spesa della salute e delle municipalità. E’ questo un percorso di vera spending review e di vero taglio sostenibile delle spese, in quanto razionale, che può consentire di ridurre la pressione fiscale a partire dall’Irap e dall’incidenza del fattore lavoro.

La cosiddetta staffetta anziani-giovani è già sperimentata in Lombardia ed Emilia: ma come affrontare su scala nazionale i costi necessari?
Bisognerà valutare con attenzione il rapporto costi-benefici. La nostra opinione è che occorrano misure decisamente concentrate, servirà utilizzare molto la leva regolatoria, che non ha costi. E concentrare il più possibile la spesa sui primi contratti permanenti dei giovani.

Quanto è praticabile un dialogo europeo sull’occupazione?
Credo che l’Europa debba consentire un uso più flessibile dei propri fondi, di fronte alla grande emergenza occupazionale. Si deve radicalmente uscire dalla logica formalistica che ha caratterizzato l’impiego del Fondo Sociale Europeo e che spesso ha dato luogo a spese autoreferenziali. Penso che la convergenza vera debba essere effettuata sui sistemi previdenziali.

twitter@FDepalo

Tagliare l'Irap dopo l'Imu. Ecco come. Parla Sacconi

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