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Ha le sembianze di una mutazione antropologica. L’incontro organizzato ieri da Confapri a Torino, città industriale per antonomasia, ha messo a confronto il guru del Movimento 5 stelle, Gianroberto Casaleggio, con il network di piccole e medie aziende fondato da Massimo Colomban con Arturo Artom (nella foto, a sinistra).

Un esperimento inedito, quasi un azzardo per la geografia sociale italiana, dove un mondo tradizionale come quello delle imprese sembra naturalmente cozzare con un partito anti-establishment come quello di Beppe Grillo. Ma la crisi economica ha da tempo cancellato certezze consolidate e luoghi comuni.

Capita così che il Movimento 5 stelle – trovando una sponda inaspettata negli appelli del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – strizzi l’occhio alle imprese e che i circa 150 imprenditori chiamati in causa a Torino rispondano in modo positivo, almeno stando a sentire Arturo Artom, il vero “ufficiale di collegamento” tra Casaleggio e il mondo delle partite Iva.

In un’intervista all’Huffington Post, Artom ha spiegato la genesi dello strano connubio. “Stiamo elaborando una serie di proposte per affrontare la crisi economica, sono destinate a tutti i partiti, ma la cassa di risonanza maggiore l’abbiamo avuta nel Movimento 5 stelle”. Il primo incontro è avvenuto a Treviso, due settimane prima delle elezioni. C’era anche Beppe Grillo, assente invece nel capoluogo piemontese. Fu subito feeling.

LE TANTE ANALOGIE
Per comprendere le tante analogie tra il movimento di Grillo e quella che sembra essere già la “Confindustria a 5 stelle“, basta dare un’occhiata al sito di Confapri. Il network si prefigge di modernizzare lo stato e far decollare l’economiaattraverso precise proposte di legge a tutela dei veri valori dell’impresa e del lavoro, e non di caste o lobby politiche, industriali o finanziarie”. L’incontro tra i grillini e il gruppo di Artom – vecchio simpatizzante berlusconiano, ricordano le cronache politiche – e Colomban era forse predestinato.

COLLABORAZIONE INTENSA
“Siamo un think-tank”, precisa Artom. “Con Casaleggio proviamo a trovare un’intesa su alcuni provvedimenti per far ripartire il mondo delle imprese. Abbiamo messo a punto un piano di spending review e alcuni disegni di legge” presentati al guru grillino. Tra questi l’abolizione dell’Irap di qui ai prossimi tre anni, la richiesta che l’Iva sulle fatture venga pagata solo quando incassata e, infine, che venga utilizzata la Cassa depositi e prestiti per pagare i debiti dello Stato.

UNA COMUNE VISIONE POLITICA
Una convergenza, quella tra Confapri e Movimento 5 stelle, che si riverbera anche sul piano delle strategie politiche. Per Artom è necessario che l’attività parlamentare si sblocchi quanto prima, con o senza esecutivo. “Bisogna muoversi subito, presentarli (i punti, ndr) prima che si insedi un nuovo governo. A Roma stanno succedendo cose scandalose, non esiste nessuna norma che preveda che le Commissioni non partano”.

LE IMPRESE? MEGLIO LASCIARLE MORIRE
Per quanto riguarda la copertura finanziaria dei provvedimenti – punto debole di molte proposte pentastellate – il gruppo di imprenditori vicini a Grillo e Casaleggio ritiene che non abbia più senso spendere troppi danari in Cassa integrazione. Meglio sarebbe lasciar fallire le imprese che non riescono a sopravvivere sul mercato e usare i soldi risparmiati dagli ammortizzatori sociali per creare nuovi strumenti di welfare, come il reddito di cittadinanza.

Casaleggio battezza la "Confindustria a 5 stelle"

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