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Qualcuno dirà: è il prezzo della celebrità. C’è un rapporto direttamente proporzionale su Twitter tra numero di follower e numero di insulti. Così la notizia dell’abbandono di Enrico Mentana dal social network ha fatto subito il giro della rete e suscitato un dibattito sui pregi e virtù di Twitter.

Il direttore del TgLa7 ha spiegato in cinguettii il perché della sua decisione:
“Il numero di tizi che si esaltano a offendere su twitter è in continua crescita.Calmi, tra poco ce ne andremo, così v’insulterete tra di voi”.

“Sono contrario alle limitazioni e alle censure per legge. Sono contrario ai “blocchi”, censure private. Twitter è così, o l’accetti o lasci”.

“Resterei se ci fosse almeno un elementare principio d’uguaglianza:l’obbligo di usare la propria vera identità.Strage di ribaldi col nickname”.

“Non mi arrendo davanti a “due battute”.In un anno non ho mai bannato nessuno. Ma se il bar che amate si riempie di ceffi, cambiate bar.O no?”.

Così ieri sera ha twittato per l’ultima volta “il suo saluto finale” a tutti i suoi 313.030 follower.

Il vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini dedica oggi il suo “Buongiorno” alla notizia e descrive così il meccanismo psicologico che domina sul social network: “Con Twitter la tecnologia offre al popolo un modo per sfogarsi in tempo reale. La cattiveria contro Mentana che prima gridavi al televisore del tinello, sentendoti un frustrato che parlava da solo, adesso puoi spedirgliela direttamente sul telefonino: sai che il suo amor proprio ne soffrirà e ti consideri vendicato”.

Mentana non è l’unico ad avere avuto un rapporto burrascoso con Twitter. Destò molto clamore un anno fa l’addio di Fiorello, il personaggio italiano più seguito dopo Jovanotti, sempre a causa di troppi commenti sgradevoli (anche se Fiorello è tornato sul sito di microblogging con la sua edicola e con un nuovo account: Fiorello_Off).
Lo showman non è mai entrato però in polemica con il social network. Lo ha fatto nel suo abbandono invece il nuotatore e fidanzato (ancora?) di Federica Pellegrini, Filippo Magnini, che ha commentato. “Qui è pieno di gente cattiva”.

Proprio a causa della “gente cattiva” non ha mai voluto fare il suo esordio da twittarolo Silvio Berlusconi che preferisce lasciare ai suoi fan l’incombenza di scrivere su di lui.
Suscitò un apposito hashtag “#QuerelaConPaola” invece la decisione annunciata dalla giornalista di RaiSport Paola Ferrari di querelare Twitter per diffamazione a causa degli “epiteti anomimi e offensivi, alcuni dei quali irripetibili, con pesanti allusioni fisiche, insulti riferiti all’età e a presunti rifacimenti estetici” durante gli Europei di calcio.
La conduttrice spiegò così la sua scelta: “La mia sarà una battaglia per una informazione più civile che si basa su una semplice regola: sì e sempre alla libertà di critica, ma no alla libertà d’insulto e di diffamazione vigliacca e, soprattutto, anonima”.

Da Mentana a Fiorello, tutti gli addii a Twitter. E perché

Qualcuno dirà: è il prezzo della celebrità. C’è un rapporto direttamente proporzionale su Twitter tra numero di follower e numero di insulti. Così la notizia dell'abbandono di Enrico Mentana dal social network ha fatto subito il giro della rete e suscitato un dibattito sui pregi e virtù di Twitter. Il direttore del TgLa7 ha spiegato in cinguettii il perché della sua decisione:…

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