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Io non posso garantirti numeri certi sul sostegno al governo, ma non appoggerò di fatto alcun governo del Presidente.

E’ questo il concetto chiave espresso ieri sera da Pierluigi Bersani al capo dello Stato che ha indotto Giorgio Napolitano a un supplemento di consultazioni che svolgerà personalmente oggi.

Ecco le parole virgolettate del segretario del Pd che si possono leggere questa mattina sul Corriere della Sera in un articolo di ricostruzione scritto da Maria Teresa Meli sull’incontro fra Bersani e Napolitano al Quirinale: “Se vuoi fare il governo del Presidente, sappi che noi possiamo al massimo garantirti un appoggio esterno. Nel senso che lo faremo nascere ma non lo sosterremo in nessun modo e ogni volta che ci capiterà di dover votargli contro lo faremo senza problemi”.

Una frase che, secondo la ricostruzione del Corriere, ha inquietato Napolitano. Infatti il patto tra il capo dello Stato e il segretario del Pd era chiaro, secondo Meli: tu provi a formare un governo, ma se non riesci sai che non si va alle elezioni, bensì a un esecutivo di scopo che mandi in porto poche fondamentali cose: riforma delle legge elettorale, revisione radicale del finanziamento pubblico dei partiti, riduzione dell’Imu, legge di stabilità.

Un patto da cui Bersani ha ieri sera in parte deviato. Ecco un altro virgolettato attribuito a Bersani nella ricostruzione del Corriere: “Io sono pronto ad andare in Parlamento a cercarmi la maggioranza nelle aule sugli otto punti del mio programma. Se tu pensi che non si possa andare avanti così, mi devi dimostrare che c’è una maggioranza alternativa, a quel punto io mi farò da parte”.

Una minaccia, più che un annuncio. Come dire: se nasce una maggioranza senza il Pd, sarebbe una sorta di golpe rispetto al risultato elettorale. Nascerebbe di fatto quel patto di fatto fra Grillo e Berlusconi che era stato evocato ieri dal quotidiano l’Unità.

L'ultima sfida di Bersani

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