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Dopo l’attentato di lunedì a Boston la paura è collettiva. Due bombe sono esplose in una maratona, facendo scomparire il senso di sicurezza e incrementando la vulnerabilità degli americani e non solo. Viaggiare in metropolitana, salire su un aereo, passeggiare in un monumento; tutto è diventato pericoloso in queste ore.

In una conversazione con Formiche.net, Vittorfranco Pisano, capo del Dipartimento di Scienze Informatiche per la Sicurezza dell’Università Internazionale di Scienze sociali e colonnello, nella riserva della polizia militare dell’Esercito degli Stati Uniti d’America, spiega la natura tecnica degli atti terroristici, lo stato di sicurezza internazionale, i rischi di altri attentati negli Stati Uniti e in Europa e lo stato attuale dell’organizzazione più temuta: al-Qaeda.

Era possibile prevedere quello che è successo a Boston? Qual è lo stato di sicurezza mondiale in materia di terrorismo?
Viviamo in un momento nel quale questi attacchi possono essere frequenti. In ogni Paese. A Boston non sappiamo ancora chi sia stato ed è, quindi, opportuno fare una distinzione. In senso generale, il terrorismo abbraccia qualsiasi atto intimidatorio, qualsiasi evento violento che induce al terrore. In senso tecnico, invece, il terrorismo comporta quattro caratteri essenziali. Primo, la violenza criminale, che lo differenzia dall’uso legittimo della forza. Secondo, il movente politico, politico-sociale o politico-religioso, che lo distingue dalla delinquenza comune e dalla criminalità organizzata i cui fini rientrano nel settore economico e, comunque, non politico. Terzo, le strutture e dinamiche clandestine, che lo separano dalla violenza politica ordinaria, la quale si svolge alla luce del sole. E, quarto, l’azione posta in essere da aggregazioni non statali, con o senza il sostegno di uno Stato, distinguendolo così da illeciti commessi direttamente da organismi di uno Stato. Al momento, non si sa chi è responsabile della tragedia di Boston. Se sia stato l’atto di un folle o di un’aggregazione terroristica in senso tecnico. Anche se l’Fbi ha preliminarmente ipotizzato il movente terroristico, ancora non ci sono rivendicazioni credibili, arresti o altri indizi nel pubblico dominio.

È possibile che avvengano altri attentati, sia negli Usa che in Europa?

E’ possibile ed anche probabile. Plurime sono le matrici ideologiche del terrorismo e molteplici sono le aggregazioni terroristiche. Ad esempio, nei soli Stati Uniti, dall’11 settembre del 2001 fino al dicembre del 2012 ci sono stati 63 attentanti compiuti o falliti, secondo alcune statistiche. Sempre negli Stati Uniti,  le motivazioni – non giustificazioni  – possono essere varie. Spaziano dal radicalismo islamico a dottrine pseudo-bibliche, da aspirazioni anti-federaliste a  mal concepiti fini ambientalisti. Da notare, però, che negli Stati Uniti il terrorismo interno ha un’incidenza limitata. Obiettivi americani sono stati colpiti sistematicamente all’estero, appunto dal terrorismo di stampo internazionale. Naturalmente, il rischio di attentati terroristici – sia di stampo internazionale (prevalentemente di natura politico-religiosa) sia di matrice interna (anarchica, neo-nazista, no-global e quant’altro) – incombe altresì sull’Europa, che ha conosciuto sul proprio territorio soprattutto il terrorismo interno.

E qual è lo stato dell’organizzazione Al Qaeda? Sono forti o deboli?
Al Qaeda è stata notevolmente indebolita dopo l’intervento degli Stati Uniti e della “coalizione dei volonterosi” in Afghanistan e ancora con l’eliminazione fisica di Osama bin Laden. Essa originalmente godeva di una duplice natura. Da un lato, quella di un’organizzazione con una propria struttura capillare e linea di comando. Dall’altro lato, quella di una rete di aggregazioni subordinate, semi-autonome o indipendenti. Oggi essa rappresenta prevalentemente un modello strutturale-operativo replicabile ed una fonte di ispirazione sia ideologica sia “tecnica”. Osama bin Laden, a sua volta, rimane un simbolo. Noti esempi di aggregazioni che si ispirano al al-Qaeda sono, appunto, Al-Qaeda nella Penisola Araba, Al-Qaeda nel Maghreb Islamico e Al-Qaeda in Iraq. Non va, inoltre, dimenticato un aspetto fondamentale: il cosiddetti jihadismo, ovvero il radicalismo islamico, è un fenomeno più vasto di Al-Qaeda, anche se essa rimane un significativo promotore del fenomeno politico-religioso non solo per aggregazioni di varia consistenza, ma altresì per elementi solitari.

Dopo Boston, ecco i rischi di attentati terroristici nel mondo

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