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Governare insieme si può, e i programmi economici non sono troppo diversi anche grazie a una genericità foriera di possibili intese. L’accordo in vista, o comunque in fieri, tra Pd e M5s sta facendo dibattere già addetti ai lavori e simpatizzanti dei due movimenti, al di là delle schermaglie tra i vertici del partito di Pierluigi Bersani e del movimento capitanato da Beppe Grillo.

L’iniziativa del Fatto Quotidiano

La strada verso la nascita di un governo Pd-Sel-M5s è stretta e tortuosa, ma l’ostacolo principale non è l’incompatibilità tra i programmi. E’ il verdetto di un gruppo di tre giovani economisti che, attraverso un blog collettivo pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano, ha messo a confronto le rispettive posizioni su otto punti, in parte diversi da quelli messi sul tavolo da Pier Luigi Bersani: fiscal compact, Internet e sviluppo delle reti, reddito di cittadinanza, riforma Fornero, Europa e unione monetaria, banda larga e connettività, conflitti di interesse e legge elettorale. Il risultato è una prevalenza del “semaforo verde” e più di 500 commenti in quattro giorni.

La premessa dell’economista

“Resto scettico sulla possibilità che un governo del genere possa nascere – ammette Matteo Rizzolli dell’Università di Bolzano, uno dei promotori insieme a Antonio Nicita, Fabio Sabatini, entrambi della Sapienza – perché non conviene tatticamente a nessuno dei due, ma mi sono molto ricreduto sull’oggettiva convergenza dei due programmi”.

I giudizi sui programmi di Grillo e Bersani
All’esame dei fatti entrambi sono risultati molto scarni: “Quello di Grillo è vecchio di due o tre anni, quello di Bersani è nebuloso, ma integrandoli con alcune loro dichiarazioni siamo giunti alla conclusione che un governo, magari non di legislatura, è assolutamente possibile farlo”.

Le divergenze sull’euro

Su alcuni punti, come la riforma Fornero e l’euro, ammette l’economista, “non vale neanche la pena mettersi a parlare, ma al netto delle obiezioni tattiche si può arrivare a proposte di legge condivise”. Proprio la vaghezza di entrambi i programmi su alcune posizioni per Rizzolli è infatti un vantaggio: “Scelta Civica e Fare avevano programmi molto più dettagliati, quasi dei disegni di legge già scritti. Pd-Sel e M5s avevano invece scritto soprattutto degli slogan e in questo caso è molto più facile andare d’accordo”.

Il giudizio complessivo

La pubblicazione del confronto su tutti e otto i punti programmatici sarà completata nei prossimi giorni, ma intanto i tre coordinatori del blog sono molto soddisfatti: “La quantità di commenti è sbalorditiva e, al netto delle provocazioni, il tentativo di far parlare delle cose concrete è stato apprezzato” conclude l’economista.

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