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Da ieri in forma privata, oggi ufficialmente. Cosi Barack Obama prende di nuovo in mano le redini degli Stati Uniti. Il New York Times pubblica una guida alla seconda inaugurazione della Casa Bianca obamiana dando anche una mappatura degli avvicendamenti tra vecchi e nuovi funzionari del governo Usa.

La discontinuità nella presidenza democratica potrebbe rappresentare la possibilità di rivedere anche la strategia repubblicana, sottolinea il giornale Usa. Il Gop si trova infatti al bivio tra collaborare al governo della potenza americana o restare bloccato nel ruolo di minoranza estremista del Paese.

Le scelte che attendono il partito dell’asinello sono analizzate anche dal Washington Post. Il quotidiano della capitale informa infatti dell’ennesimo incontro conviviale tra leader Gop alla ricerca dei modi con cui confrontarsi col presidente vittorioso.

Non è solo la stampa Usa a raccontare la giornata che oggi darà segnale verde al secondo mandato di Obama. Il Financial Times vede il nuovo giuramento della Casa Bianca privo delle fanfare del primo. Il 44° presidente Usa dovrà infatti indossare subito i guantoni. La battaglia per il controllo del debito e quella per trovare una via d’uscita al dilemma sanguinario delle armi in mano alla popolazione civile che ieri hanno commesso l’ennesima strage i primi dossier presidenziali. Il giudizio del quotidiano britannico sul tono minore del nuovo mandato del leader di Chicago è ripreso anche dal New York Times.

Agli obiettivi globali che continuano ad avere priorità nell’agenda di Obama non si affianca una strategia in linea con tali ambizioni afferma infatti il Nyt. Per le Monde invece la Casa Bianca riparte in condizioni più semplici rispetto al 2009 quando la crisi aveva raggiunto il punto di massima. Anche il giornale francese sottolinea però l’esistenza di dossier spinosi. Il giornale francese riporta quanto affermato dal consigliere presidenziale David Plouffe secondo cui oggi Obama farà un discorso di “speranza”.

Per la Neue Zurcher Zeitung con l’intervento di oggi il democratico vuole lanciare un ponte simbolico col passato. Con due momenti centrali. Il primo l’assassinio dell’attitivista per i diritti civili Usa, Medgar Ever avvenuto nel luglio 1963, lo stesso giorno in cui Kennedy in un discorso tv dava il proprio appoggio alla battaglia liberale americana.

L’altro la Bibbia su cui il presidente giurerà. Il libro del cristianesimo sarà lo stesso che accompagnava Martin Luther King nel viaggio conclusosi col famoso di “I have a dream”.

Vedomosti parla di “lezione Obama“. La testata russa ritiene che il presidente deluderà ancora chi spera in lui e vede nella giornata di oggi un fatto prevalentemente di politica interna.

L'Agenda dell'Obama bis

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