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Il caos fuoriuscito dalle urne in Italia scatena una pioggia di vendite in Borsa, che da Piazza Affari si estende agli altri mercati e già si grida all’effetto “contagio”, con pesanti ricadute anche sul delicato comparto dei titoli di Stato.

Ieri l’Europa aveva solo perso slancio, mentre aumentava l’incertezza sugli esiti del voto, mentre le Borse Usa, rimaste aperte più a lungo, e che così hanno avuto il tempo di incamerare le notizie dell’assenza di un chiaro vincitore, hanno segnato marcati ribassi.

A Wall Street il Dow Jones ha chiuso al meno 1,55 per cento, mentre stamattina a Milano all’apertura è stata una valanga di vendite, con ribassi tali da far scattare le sospensioni di molti titoli bancari, a tarda mattina a Milano il Ftse-Mib cade del 4,72 per cento.

Parigi si attesta al meno 1,87 per cento, Francoforte meno 1,73 per cento, Londra meno 1,20 per cento, Madrid meno 2,61 per cento. Giù anche l’Asia, dove Tokyo ha chiuso al meno 2,26 per cento. Resta indebolito l’euro che stamattina è arrivato a scendere al di sotto di 1,31 dollari mentre a tarda mattina segna 1,3108. E poi i titoli di Stato. Oggi l’Italia ha emesso Bot a sei mesi per 8,5 miliardi, e se la domanda ha superato di 1,44 volte l’offerta i rendimenti in assegnazione hanno segnato un aumento di 51 punti base, in pratica mezzo punto percentuale, all’1,237 per cento.

E sono aumentati anche i tassi sui Btp decennali già in circolazione, al 4,75 per cento, dal 4,5 per cento di ieri in chiusura, con cui il differenziale di rendimento o “spread” rispetto ai Bund della Germania è schizzato fino a 335 punti base, mentre a tarda mattina si modera in parte a 328. Prima delle elezioni lo spread si attestava attorno a 290 punti base.

La tensione si scarica anche sui titoli della Spagna, che sempre sulla scadenza decennale vedono lo spread sui bund salire a 378 punti base dai 355 di ieri. Il ministro dell’economia Spagnolo, Luis de Guindos ha parlato di “effetto contagio”, esprimendo l’auspicio che sia di breve durata.

In questo quadro di rinnovato allarmismo, Consob e Borsa Italiana hanno annunciato che stano valutando l’ipotesi di assumere misure contro la volatilità. Comunicazione che richiama alla memoria i vari divieti di vendite allo scoperto che nello scorso anno erano stati decisi nelle fasi di maggior tensione con la crisi dei debiti pubblici. Intanto, in parallelo alle vendite in Borsa, da banche internazionali e centri studi giungono analisi preoccupate sulla situazione nella penisola, quarta maggiore economia dell’area euro. Credit Suisse rileva che lem elezioni “non sono riuscite a portare ad una maggioranza stabile”, mentre secondo Barclays “sull’Italia incombe il rischio paralisi”.

(pezzo aggiornato alle ore 12,00)

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