Skip to main content

Si fa un gran parlare di Cina, però se ne sa sempre troppo poco. Ci si immagina orde di formiche operaie che producono a rotta di collo e a basso prezzo merci che inondano i nostri mercati, cieli pieni di smog, come la Londra dell’800, grattacieli che si ergono sfidando la supremazia americana. Si prefigura per la Cina un futuro radioso, di supremazia. Il ruggito della Tigre dell’Est spaventa l’Occidente, che infatti blandisce il suo grande creditore esibendosi in continui porta a porta da piazzista: vendiamo titoli di stato, aziende, pezzi di territorio.

Ma poi che sappiamo davvero della Cina? Il documento più aggiornato disponibile lo ha redatto pochi giorni fa la Banca Mondiale (Global Economic prospect 2013) e vale la pena leggerlo perché si scoprono tante cose.

I dati macroeonomici, per esempio, con tanto di proiezioni fino al 2015, che minano seriamente alcuni luoghi comuni. A cominciare da quello della crescita infinita. Il Pil cinese, calcolato a prezzi di mercato del 2005, è in calo costante dal 2010, quando ha toccato il suo picco di crescita del +10,41%. Poi è sceso al 9,32% nel 2011 e al 7.94% stimato nel 2012. Nel 2013 è previsto al 8,37%, 8,04 nel 2014 e al 7,87 nel 2015. Se poi si applica il deflatore del Pil, si scopre che una parte sostanziosa dei 10 trilioni di dollari circa di Pil a valore nominale previsti per la Cina nel 2015 (nel 2012 il Pil nominale è di quasi 8.300 miliardi) se li mangia l’inflazione. La tigre corre, e i prezzi con lei. A cominciare da quelli del settore immobiliare, che preoccupano notevolmente il governo.

Il secondo luogo comune riguarda la potenza dell’export cinese. Nel 2010 il rapporto fra l’attivo del saldo del conto corrente della bilancia commerciale e il Pil era pari a 4,01. Già nel 2011 tale rapporto è crollato a 2,76, per scendere ancora a 2,34 nel 2012. Nel 2013 è previsto ancora in calo a 2,28, così come nel 2014 (1,95) per avere un lieve ripresa nel 2015 (2,01). Il digiuno dell’Occidente, se continuerà, rischia di affamare la tigre.

Il terzo luogo comune (alimentato anche dalle autorità cinesi) è che i consumi interni e gli investimenti cinesi compenseranno il calo dell’export. Le previsioni della Banca Mondiale dicono tutt’altro. Il contributo dei consumi privati alla crescita del Pil è previsto in calo dai 3,3 punti del 2011 ai 3,1 punti del 2015. Altresì la spesa pubblica, che è prevista in calo dagli 1,3 punti a 1,2. Ancora peggio va agli investimenti fissi. Dal picco di 8,9 punti registrato nel 2009, questa voce macroeconomica è in calo costante anno dopo anni, fino ad arrivare a 2,3 nel 2015. La tigre, a casa sua, finora sonnecchia.

L’ultimo luogo comune è che i cinesi esportino, ma non importino nulla. La quota dell’import sul Pil passa dai 22,3 punti del 2009 ai 31,4 previsti nel 2015, mentre l’export passa dai 26,7 punti del 2009 ai 34,1. Quindi l’export continuerà ad avere un ruolo importantissimo per l’economia cinese, ma l’import avrà un ruolo sempre maggiore, con conseguenze relative sulla bilancia commerciale. La tigre scopre gli ozi occidentali, s’ingrassa e diventa pigra.

Peraltro, la tigre invecchia maluccio. Le prospettive demografiche per il colosso asiatico non sono le migliori. Secondo il World Population Prospects and the Global Economic Outlook, report pubblicato nel 2011 dall’American Enterprise Institute, la Cina dovrà affrontare “tempeste demografiche” che rischiano di far scricchiolare le previsioni di una crescita di 7 punti l’anno di Pil fino al 2030.

Secondo gli studiosi, la forza lavoro del paese, già entro il 2015, raggiungerà il suo picco, poi comincerà a calare. Gli over 65 raddoppieranno da qui al 2030 (da 120 milioni a 240), senza che la Cina abbia un welfare paragonabile al vicino Giappone. Poi c’è la circostanza che la politica del figlio unico, con preferenza per un maschio, ha reso le donne scarse. Nel 2030 si stima che i trentenni impossibilitati a sposarsi per mancanza di controparte saranno il 25%. In più molti saranno figli unici di figli unici, quindi senza alcuna forma di protezione familiare. La tigre invecchia male e da sola.

Se guardiamo questi numeri, la tigre dell’est somiglia a un micio cresciuto troppo, che anziché ruggire dovrà imparare a fare le fusa a quelli che oggi spaventa.

Più che una tigre, un micione.

Cina: la tigre e il micione

Si fa un gran parlare di Cina, però se ne sa sempre troppo poco. Ci si immagina orde di formiche operaie che producono a rotta di collo e a basso prezzo merci che inondano i nostri mercati, cieli pieni di smog, come la Londra dell’800, grattacieli che si ergono sfidando la supremazia americana. Si prefigura per la Cina un futuro…

Treiteraanpak, il quartiere dei violenti alle porte di Amsterdam

Dopo le restrizioni per la vendita di marijuana, arriva la proposta di allontanamento di estremisti e violenti da Amsterdam. Chi distrugge le macchine o molesta i vicini, chi attacca una coppia gay o intimidisce i testimoni in un processo giudiziario verrà spostato del luogo dove abita. Per arginare violenze, conflitti o comportamenti omofobi e xenofobi, il comune si prepara a…

McDonough, l'obamiano tipo in corsa come capo di Gabinetto

Continua a prendere forma la squadra di Barack Obama per il secondo mandato alla Casa Bianca. Il presidente pensa a Denis McDonough, già tra i suoi più stretti collaboratori come viceconsigliere per la sicurezza nazionale, per ricoprire l'incarico di capo di Gabinetto. Una scelta, scrive Foreign Policy, con cui Obama guarda nel suo team sugli esteri sebbene l'agenda dei prossimi…

Guardate come si finanzia la cultura (?) in Bulgaria

La Commissione europea ha chiesto alla Bulgaria spiegazioni sulla destinazione di 1,3 milioni di euro di fondi del fondo Competitività che sono stati assegnati a un canale televisivo che trasmette musica e videoclip. La notizia è stata diffusa dall'agenzia di stampa Novinite, precisando che il canale - Payner Media - utilizza immagini sessualmente esplicite per promuovere la musica pop bulgara.…

La sfida di Alexis Wineman, la più bella del Montana è autistica

La sua condizione non l'ha fermata. Alexis Wineman, Miss Montana 2012, è entrata nella top 15 delle più belle degli Stati Uniti. E anche se non ha vinto la fascia di reginetta d'America, quello che ha raggiunto è un risultato incredibile perchè Alexis è autistica. "Non sono mai stata interessata agli spettacoli e ai concorsi. Ho pensato che non sarei…

I consigli di Siciliotti per Befera sul Redditometro

"Più che dire chi ne è il padre, mi concentrerei su come migliorarlo, perché si può migliorare". Anche il presidente dei dottori commercialisti Claudio Siciliotti interviene sul redditometro: "Riduciamo o aboliamo del tutto i parametri di natura statistica che destano grande preoccupazione; l'onere della prova deve essere in carico al Fisco e non al contribuente; la retroattività non va bene;…

Le verità di Guarguaglini

"Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano". Così al Sole 24 Ore l'ex numero uno di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, ripercorre le tappe della vicenda giudiziaria che l'ha coinvolto. "Nell'archiviazione - spiega - c'è scritto che Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica, ha fatto delle dichiarazioni, il pm Paolo Ielo ha verificato e ha concluso…

E' morto il papà di Arnold

Non ha fatto in tempo a spegnere le sue 90 candeline Conrad Bain, l'attore famoso per aver interpretato il signor Phillip Drummond, padre di Arnold nel celebre telefilm anni '80 "Il mio amico Arnold". E' scomparso a 89 anni a Livemore, in California, lunedì notte, come riporta il Mail Online.  Canadese naturalizzato statunitense iniziò la sua carriera a Broadway prima…

Il sale che minaccia i fiumi

La salinizzazione dei fiumi causata dalle attività antropiche è un problema globale con un alto costo ambientale ed economico. Lo studio condotto dalla rivista scientifica Environmental Pollution e ripreso dal sito Science Daily, rivela che la salinità dei fiumi è sia di origine naturale che dovuta a fattori quali le acque di scarico, le attività minerarie o i residui agricoli…

×

Iscriviti alla newsletter