Skip to main content

A sorpresa sembra essersi sbloccata in serata l’impasse che opponeva da giorni il presidente egiziano Mohamed Morsi ai suoi avversari politici, creando di un nuovo un clima da guerra civile, oltre un anno dopo la primavera araba. Poco prima della mezzanotte italiana, forse per il timore di un colpo di mano dei militari, Morsi ha annunciato la revoca del decreto con il quale ha reso inappellabili le sue decisioni.

Pur senza modificare la data del referendum sulla costituzione indetto il 15 dicembre, il presidente ha invitato le opposizioni a suggerire modifiche alla bozza di costituzione. In partenza, l’invito di Morsi alle opposizioni ad un incontro a palazzo sembrava essere andato completamente a vuoto.   All’appuntamento si era presentato solo il leader del partito liberale Ayman Nour, mentre il Fronte di salvezza nazionale, come annunciato, aveva boicottato l’appuntamento. E anche in serata il Fronte aveva detto di non voler recedere di un millimetro dalle sue rivendicazioni. C’erano invece tutte le forze islamiche, che riunite nella coalizione islamica hanno detto no a qualsiasi rinvio del referendum. “Il decreto costituzionale è annullato da subito”, ha detto Selim al Awa, rappresentante della coalizione islamica che ha partecipato, insieme con altre forze politiche, alla riunione di questa sera nella quale il presidente Morsi ha deciso di annullare il decreto che ampliava i suoi poteri. “Il presidente è stato presente per tutta la durata della riunione e ha dichiarato che avrebbe rispettato tutte le decisioni prese”, ha aggiunto il politico.

Oggi, i militari hanno fatto sentire la loro voce per la prima volta, sostenendo la necessita’ di avviare un dialogo serio, ottenendo quindi qualche risultato. L’alternativa è il baratro per il Paese e questo, hanno detto le forze armate in un comunicato letto da uno speaker alla televisione di stato, i militari non lo possono consentire perché ‘sono vicini al popolo’.   Per la prima volta da martedi’ non ci sono state manifestazioni di oppositori davanti al palazzo presidenziale di Ittahadeya dove alcune decine di manifestanti hanno fatto un sit-in in nottata e i genieri dell’esercito in mattinata hanno provveduto ad alzare ulteriormente le barriere di cemento issate per impedire ai manifestanti di avvicinarsi. Ma se la piazza oggi è stata tranquilla, tranne davanti alla sede di varie televisioni via satellite dove hanno manifestato migliaia di supporter salafiti e della Fratellanza, i segnali arrivati dalla politica non sono stati incoraggianti, almeno fino al dietro front parziale di Morsi.

Fatto del tutto inusuale, il numero uno e il numero due della Confraternita hanno oggi fatto uscite pubbliche per dire che difenderanno l’Egitto e la costituzione a costo di ‘qualsiasi sacrificio’ così come la legittimità del regime. Prima la guida spirituale Mohamed Badie nella sede di Fratelli musulmani assaltata a Moqattam al Cairo, e poi Khairat el Shater, il suo numero due e l’uomo che avrebbe dovuto essere ora al posto di Morsi se non fosse stato escluso dalla corsa presidenziale per un intoppo legislativo, hanno fatto una conferenza stampa quasi a rendere visibile e tangibile che la Confraternita c’è e vuole fare sentire la sua voce in questa fase cruciale della transizione egiziana.   Nel loro comunicato le forze armate invitano ad evitare lo scontro, ribadiscono la necessità di una intesa e al tempo stesso affermano di rispettare le regole della democrazia. Ma sottolineano anche che ‘eserciteranno sempre il loro ruolo e sono consapevoli delle proprie responsabilita’ nazionali per il mantenimento degli interessi superiori della patria e la protezione delle sue strutture vitali’.

Difficile sapere se questo riferimento al loro ruolo fosse da leggere in tandem con le indiscrezioni riportate dal quotidiano governativo al Ahram secondo il quale Morsi intende emanare un decreto per attribuire ai militari i poteri (attualmente attribuiti solo alla polizia) di arrestare civili, almeno fino alla tenuta del referendum e delle elezioni politiche che dovrebbero seguire la consultazione referendaria.

www.ansa.it

Egitto, i militari dettano la linea. Da Morsi un passo indietro

A sorpresa sembra essersi sbloccata in serata l'impasse che opponeva da giorni il presidente egiziano Mohamed Morsi ai suoi avversari politici, creando di un nuovo un clima da guerra civile, oltre un anno dopo la primavera araba. Poco prima della mezzanotte italiana, forse per il timore di un colpo di mano dei militari, Morsi ha annunciato la revoca del decreto…

panella israele legge antisemitismo siria gerusalemme

Hamas contro la pace e Israele. I politici italiani zitti

La Palestina 'si estende dal Mediterraneo al fiume Giordano' e Hamas non concederà nemmeno un centimetro di territorio a Israele, che il movimento integralista si rifiuta di riconoscere, mentre apre all'Olp del 'fratello' Abu Mazen come punto di riferimento comune di tutti i palestinesi.   Il leader di Hamas Khaled Meshaal ha dettato la sua agenda politica in uno storico…

E ora Monti for President (della Repubblica)

Bisognerà aspettare ancora qualche ora o giorno per capire esattamente quali saranno gli scenari per il futuro immediato. Intanto però non si può non notare che la scelta di Monti di accellerare e aggravare la crisi risponda ad uno schema chiarissimo, quello di Bersani e Casini.   Il primo ha fretta di votare per incassare il dividendo delle primarie mentre…

In Egitto l´esercito fa da paciere

L'apparato militare egiziano ha esortato le forze politiche a risolvere le divergenze attraverso il dialogo, avvertendo che non permetterà che il Paese scivoli nel baratro. ''Il cammino del dialogo è il modo migliore e l'unico per raggiungere un accordo e realizzare gli interessi della nazione e dei suoi cittadini - si legge in un comunicato delle forze armate, il primo…

Grillo parlante a tutto campo. Ma no su flop Parlamentarie

''Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più? La riesumazione di Berlusconi e le elezioni anticipate sono alle porte. Non sembra che gli italiani siano sconvolti o sorpresi, molti al grido di 'arridatece il puzzone' vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato''.   Lo scrive il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, in un post…

@Pontifex e la fede in Twitter...

Una vera e propria parabola, quella del ''nuovo twittatore'': l'ha preparata il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale settimanale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, in vista del primo tweet di papa Benedetto XVI mercoledì prossimo. Padre Lombardi avverte che ''naturalmente il mondo non si salverà a colpi di tweet, ma sul miliardo di battezzati…

Monti non ci sta. Dimissioni "irrevocabili"

Di

Il presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato dopo un colloquio durato oltre due ore. Monti garantirà l'approvazione della legge di stabilità e la conversione in legge dei principali provvedimenti urgenti varati dal governo. Non galleggerà e non cercherà di conquistare tempo. Berlusconi ha voluto togliere la fiducia e non si può chiedere all'esecutio…

Il Papa e le Idi del Vaticano

"Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare gli aderenti al Movimento Cristiano Lavoratori. Saluto il gruppo di preghiera dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma, nel giorno della Patrona. Desidero rivolgere l'auspicio che possano trovare soluzione i problemi che affrontano varie Istituzioni sanitarie cattoliche". Lo ha detto il pontefice Benedetto XVI al termine dell'Angelus recitato in Piazza S.Pietro in…

Afghanistan, i droni Usa colpiscono ancora

Un alto comandante delle forze di Al Qaida, Abu Zaid, è stato ucciso insieme ad altre 10 persone in seguito a un attacco di un drone americano contro un rifugio nel Nord Waziristan, territorio tribale al confine con l'Afghanistan: lo riferiscono fonti tribali nel nordovest del Paese. L'attacco è avvenuto ieri e, sempre secondo le fonti, Zaid si era spostato…

Catturato in Egitto il terrorista di Bengasi

E' stato arrestato in Egitto il sospetto capo della rete terroristica islamista, il cui commando avrebbe organizzato e portato a compimento il letale assalto dell'11 settembre scorso contro il consolato degli Stati Uniti a Bengasi, costato la vita allo stesso ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens, e a tre suoi connazionali: lo ha riferito il 'Wall Street Journal', citando fonti…

×

Iscriviti alla newsletter